Renata Polverini alla fine si è dimessa. “Noi arriviamo qui puliti, una giunta
che ha operato bene. La colpa è di un consiglio regionale non
più degno di rappresentare una regione come il Lazio”. Termina così una telenovela politica e una vicenda grottesca e sconcertante.
“Dopo tante settimane amare tutti
siamo chiamati a fare uno sforzo per una nuova stagione della
politica. Non solo il centrodestra ma tutta la politica italiana”. Lo ha dichiarato il sindaco di Roma Gianni Alemanno.
E la governatrice dimissionaria affida alla stampa uno sfogo pubblico, amaro, ma che lascia trasparire un disagio durato per tutta la legislatura del governo della Regione. “Da pochi minuti sono tornata una persona libera e mi sento bene. Due anni e mezzo in questo sistema allucinante, mi sentivo in gabbia”, ha dichiarato la Polverini in conferenza stampa. “Spero che chi ha commesso reati venga condannato, ma io me ne vado a testa alta”. E spara a zero anche sulle dimissioni mancate dei consiglieri di opposizione: “Ho aspettato oggi anche per vedere le falsità dell’opposizione. Oggi potevano consegnare le loro
dimissioni al segretario generale della Regione Lazio: né Pd,
né Idv, né Sel lo hanno fatto, ma hanno tentato di scaricare le
responsabilità sulla giunta. Allora li mando a casa io, da
domani in poi avranno tempo di fare politica se si ricordano come
si fa”.
Dopo il gelido incontro con Monti, si è tenuto un vertice con Angelino Alfano, il segretario nazionale del Pdl. All’incontro, avvenuto alla Camera, hanno preso parte per venti minuti anche Gianni Letta e Fabrizio Cicchitto. Nell’incontro con Alfano la Polverini sarebbe stata molto chiara: «La misura è colma. Non ci sto a farmi sparare addosso, a farmi umiliare per colpe che non ho». Quello che, nelle intenzioni dell’ex guardasigilli sarebbe dovuto essere un chiarimento, il primo faccia a faccia dopo giorni caldissimi, è invece stato uno sfogo amaro e risentito dalla governatrice del Lazio. E Gianni Letta, presente all’incontro, ha abbandonato la stanza della riunione dopo pochi minuti. Il breve tempo trascorso in compagnia dei colleghi di partito e della Polverini, raccontano, gli è bastato per farsi un’idea: davanti a quello che sta succedendo nel Lazio, Letta preferisce restare in silenzio, non parlare, tenere per sé tutte le amare considerazioni.
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Argomenti: pdl