“Confermo la mia decisione di non presentarmi a candidato premier “. Dopo aver detto al Tg5 che sarebbe rimasto in campo per cambiare la giustizia, ripetendo uno slogan che somiglia a un mantra, ha scelto il tendaggio giallorosso di Villa Gernetto per assestare qualche colpo per placare la sua rabbia e aggiustare il tiro. Dopo aver detto “confermo la mia decisione di non presentarmi come candidato presidente del consiglio”, ha aggiunto che sono confermate le primarie. Bontà sua, anche perché Alfano non avrebbe saputo a che santo votarsi.
Poi al rabbioso condannato è subentrato il politico che non abbandona: “Nei prossimi giorni esamineremo la situazione e decideremo se sia meglio togliere immediatamente la fiducia a questo governo o conservarla dato l’arrivo delle elezioni. Il governo dei tecnici ha introdotto misure che portano l’economia in una spirale recessiva. ‘Gli italiani sono spaventati da questo sistema violento del trattamento dei contribuenti.
Poi la magistratura, nemica giurata. “La giustizia non può andare avanti così. Questa non è più una democrazia. E’ una dittatura dei magistrati. E’ una magistratocrazia. Mi sento in dovere di mettere davanti a tutto un’azione di riforma della giustizia affinché si possa evitare ad altri quello che è capitato a me”.
Quindi piange il telefono. “E’ barbaro e incivile non poter usare il telefono”. Per dedicarsi quindi alla sua personale lettura della politica internazionale. “Con quei sorrisi la Merkel e Sarkozy tentarono l’assassinio politico della mia credibilità internazionale”.
Che giornatina, chi pensava che dovesse andare a fare il nonno ai Caraibi è servito. Non molla un centimetro, Berlusconi. Tanto da otterene l’hashtag record #ancoratu. La rete non lo prende sul serio. Ride delle sue giravolte e dei suoi dilemmi e dolori.
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