Da Nelson Mandela al cardinal Martini: la cosa piu’ sorprendente del confronto all’americana per le primarie del centrosinistra e’ stata l’enunciazione del pantheon dei candidati. Passi per la Puppato che ha citato due donne illustri, Nilde Iotti e Tina Anselmi, e per Tabacci, che ha voluto sottolineare la sua provenienza democristiana, menzionando De Gasperi e Marcora (precisando cosi’ anche la corrente).
Poi e’ stata la fiera dell’imprevedibile. Ti saresti aspettato un richiamo alle figure storiche della sinistra, grandi leader politici o sindacali, eroi dell’antifascismo o della Resistenza, o delle lotte per l’emancipazione e i diritti, o vittime della mafia. Macche’. Renzi scende in Sudafrica, per impalmare Nelson Mandela, poi con uno scarto giovanilistico, gli avvicina la giovane blogger tunisina che si e’ opposta al regime: modello, comunque, sempre importato dall’estero. Ma nulla in confronto a Bersani e Vendola, che si contendono due giganti del sacrario cattolico, naturalmente “progressista”.
Bersani, piu’ antico, rispolvera Papa Giovanni, il Papa buono, Vendola rilancia col cardinal Martini, recentemente scomparso. Vien da pensare che il discredito della politica e’ cosi’ profondo che se ti chiedono chi e’ il tuo mito, non ti viene di citare Gramsci o Berlinguer, Di Vittorio o Lama, e forse sono logorate perfino figure come Che Guevara o Martin Luther King.
Ma chissa’ cosa e’ scattato nel cuore dei candidati del centrosinistra per preferire un Papa e un Cardinale. Un segno dei tempi, forse. Non moriremo democristiani, ma un prete al capezzale, quello, lo troveremo sempre.
LE PRIMARIE DEL CENTROSINISTRA
