Il dado è tratto: l’ex procuratore antimafia Piero Grasso ha annunciato ufficialmente, in una conferenza stampa al fianco del segretario del Pd Pierluigi Bersani, al sua “discesa in campo” in politica. Anche se ha subito chiarito che “quel termine non mi piace”. Lui usa “dare ampia disponibilità”. Ma il concetto non cambia: Piero Grasso si candida e diventa capolista del Pd alle prossime elezioni. Con la quasi sicurezza di diventare ministro. Con ogni probabilità alla Giustizia.
Per il Pd, la cui immagine scintillante uscita dalle primarie è andata via via annebbiandosi dopo la ri-discesa in campo di Berlusconi e lo stra-protagonismo di Monti, la conquista di Piero Grasso è sicuramente un colpo grosso. Bersani infatti dichiara “grande soddisfazione”. E racconta come è nata la candidatura: a margine del brindisi al Quirinale il 17 dicembre scorso. Quando Napolitano si lamentò per la “brusca” fine della candidatura. E anche se il segretario dei Democratici non cita affatto il Presidente della Repubblica, è certo che quando capita qualcosa di importante nella politica italiana, Napolitano è sempre nei paraggi.
”Incontrando Grasso -ha riferito Bersani- gli ho spiegato che
le nostre priorità per la prossima legislatura erano indirizzate alla
moralità e al lavoro e che consideriamo la legalità una priorità
assoluta per il Paese”.
”Allora – ha aggiunto Bersani – rivolgendomi a Grasso, gli ho
chiesto se era possibile avere una mano in questa avventura che ci
apprestiamo a intraprendere e alla riscossa di cui il Paese ha
bisogno”.
Da parte sua Grasso annunciando la sua candidatura è apparso molto commosso: ‘Non voglio usare termini come
salire o scendere in politica. Ho finito la mia esperienza e ora
mi sposto in politica. Non pensavo di dover prendere una
decisione così rapida, prendo il treno in corsa, entro i
politica ed è stata una decisione radicale e sofferta – ha detto – Prima di firmare le dimissioni da magistrato mi
tremava la mano perché è una scelta di vita”.
Grasso parla già da ministro: “Dopo 43 anni in magistratura ho
maturato una visione delle cose e ho decido di dare al Pd la mia
disponibilità ampia – ha spiegato – Il mio progetto va oltre: un progetto di
rivoluzione del sistema giustizia che va affrontato in modo
graduale”. E a proposito della legge anti-corruzione firmata dal ministro Severino ha detto: “Il compromesso della
politica ci ha portato sì una legge che rappresenta
qualche passo avanti, ma da tecnico mi sono detto che non
risolverà certamente i problemi della corruzione in Italia.
Sempre da tecnico ho aggiunto: cosa posso fare di più per far
andare avanti le mie idee? Devo entrare in politica”.
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