Nasce "Agenda Monti Italia": il premier in campo

Alle prossime elezioni si potrà votare per Mario Monti, che sarà capo della nuova coalizione anche se non candidato: "Operazione per rompere confini e frontiere, siamo i riformatori".

Nasce "Agenda Monti Italia": il premier in campo
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28 Dicembre 2012 - 19.20


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E’ fatta, parla al plurale: “Non siamo i centristi, siamo i riformatori”: Mario Monti, e presidente del Consiglio facente funzioni, ha trovato casa. Dopo giorni di tira e molla è ormai sicuro: Super Mario non molla, anzi rilancia. “Sarò capo di questa nuova coalizione che vuole rompere le frontiere, i confini. Vogliamo essere portatori di un rinnovamento nella politica italiana”, ha detto Monti in una conferenza stampa al Senato.

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La coalizione si chiama “Agenda Monti Italia”. Casini e il suo Udc, Montezemolo e il suo Italia Futura, Gianfranco Fini e il suo Futuro e Libertà si sciolgono tutti nel nome del “salvatore”, che però tiene a precisare – rispondendo polemico a Beppe Grillo che lo ha ribattezzato così – “Non sono l’uomo della Provvidenza”. Al Senato, almeno, la lista sarà unica. Alla Camera, invece, tutti i partiti si presenteranno in coalizione, mantenendo il proprio simbolo. Monti ovviamente, essendo già senatore a vita, non sarà in lista. Ma sarà comunque capo della coalizione, e quindi candidato premier.

Il dado è stato tratto dopo “un pomeriggio di lavoro intenso” in un luogo top secret – che presto con ogni probabilità verrà rivelato – in cui il presidente ha incontrato i capi della forze politiche che da tempo fanno pressing su di lui perché ci metta la faccia. Già autorevoli personaggi hanno cominciato ad abbandonare i due schieramenti: da Pisanu a Mantovano per il Pdl, fino a Ichino per il Pd. “Ho riscontrato un ampio consenso sui temi proposti nella mia agenda”, ha detto Monti.

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L’agenda l’aveva presentata alla vigilia delle feste. Una operazione a metà strada tra l'”eredità” nobile del governo tecnico e la indicazione politica pesantissima di un quasi-premier che intende combattere nell’arena anche se tiene ancora nascoste le sue armi.

Ora si scopre, anche se in realtà era piuttosto chiaro, che l’ex commissario europeo ha giocato in modo sapientissimo le sue carte. Altro che tecnico. Dall’alto della sua posizione ha stilato il programma forte del “suo” governo (certo, contatti con i suoi “fan” ci sono stati). Ma è su quel programma che si fanno le adesioni. Partito personalistico? Siamo a una nuova frontiera.

Monti ha precisato che “mai ho pensato a fondare un partito con il mio nome”. Siamo già oltre, infatti. E ha spiegato che “Al Senato ci sarà una sola lista che si chiamerà ‘Agenda Monti Italia’ ” e ala Camera una coalizione di liste che sia un po’ più rispettosa della storia dei partiti che lo sostengono: “Anche per la Camera partecipanti alla riunione
mi hanno offerto una lista unica, ma ho pensato – ha spiegato –
rispettando le diverse identità, che fosse più opportuno e
significativo avere una lista dell’Udc, per esempio, che è stata
ancora più delle altre sostegno permanente all’attività del
governo, ci sarà una lista civica, non so se ce ne saranno altre,
il processo di adesione ancora in movimento e faremo una
coalizione di queste liste”.

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A due mesi dalla data delle elezioni la scelta esplicita di Monti di correre alle elezioni è un altro terremoto, soprattutto per il Pd che ha sempre osteggiato apertamente un impegno diretto dell’ex premier, che avrebbe preferito cooptare a urne chiuse.

Comincia una caccia ai “nomi grossi” per le liste, con Monti in grande vantaggio “vigilerò sulla formazione delle liste e i criteri saranno esigenti”. C’è da giurare che sarà una lista con nomi “top” che Fini e Casini non avrebbero mai potuto permettersi. E con tanto di “due diligence”, ovvero una supervisione, affidata al signor Spending Review, Enrico Bondi “gli ho chiesto una consulenza sugli eventuali conflitti di interessi tra candidati”.

La lista “Agenda Monti per l’Italia” viene data dai sondaggi già oltre il 10%. Ma bisognerà vedere quanto Monti riuscirà ad oscurare la “vecchia politica” che lo sostiene, aldilà dei mantra sul rinnovamento. Insomma, avremo Maro Monti premier per i prossimi cinque anni? “Wait and see”, ammonisce la nostra gloria internazionale. “Aspettiamo e vediamo”.

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