«Cosa nostra, la ‘ndrangheta, la camorra, possono essere sconfitte, non solo contenute, ma sconfitte, anche dalla convergenza dell’area progressista. Dispiace che da una grande forza come il Pd siano invece giunte risposte di freddezza e di ostilità nei confronti di questa mia nuova proposta politica, impegnata su settori così sensibili, a cominciare dalla mafia, passando per la lotta ambientalista e la difesa dei diritti civili e del lavoro. Non siamo stati noi a volere divisioni». Antonio Ingroia è ormai in piena campagna elettorale: registra una pillola video – prima di salire la scaletta dell’aereo che lo riporta in Guatemala – per annunciare la sua «Rivoluzione civile”, da lì rilascia dichiarazioni, incassa l’edorsement di Vauro e scrive a Repubblica per mettere i puntini sulle i. Tutto ciò in attesa di rientrare dal Centro America per la fase di formazione delle liste e l’avventura elettorale. Dalle colonne del quotidiano di Ezio Mauro spiega che negli anni le cosche sono diventate sempre più ricche e capaci di consolidare i rapporti con le cricche della politica. «La battaglia antimafia è la battaglia di tutti perché è una battaglia per la difesa dei diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione, di cui le mafie fanno strame. Dove le mafie sono radicate – e questo è avvenuto in una parte grande del nostro paese – il diritto alla libertà di espressione è leso, ce lo ricordano i giornalisti intimiditi ed uccisi, il diritto alla libertà di voto è vilipeso, perché decide il boss chi votare, il diritto al lavoro è piegato ai favori del boss, il diritto a fare impresa si applica alle imprese del boss e le altre pagano il pizzo, il diritto alla salute è affidato a nominati dal boss per garantire appalti e convenzioni, il diritto a vivere in un ambiente sano è minacciato dalle discariche abusive del boss, il diritto a vivere in un ambiente sicuro è sottomesso alla giustizia esercitata dal boss».
E se Berlusconi continua a tuonare contro la magistratura “cancro” e lo stesso Ingroia che “si è dimostrato di estrema sinistra”, l’ex pm di Palermo ribatte con una nota dal Guatemala: «La vera malattia del nostro Paese è il berlusconismo che ha favorito il dilagare di mafie e corruzione grazie ad una martellante guerra contro la magistratura. Ma Berlusconi sappia che la sua campagna di falsificazione della realtà non funziona più perché gli italiani hanno gli anticorpi, ed ora abbiamo trovato anche la medicina: la nostra Rivoluzione Civile che vincerà e guarirà il Paese debellando la malattia. Il nostro primo atto in Parlamento sarà un disegno di legge contro il conflitto di interessi, speriamo d’intesa con tutte le forze progressiste che si sono impegnate in questo senso. Toglieremo dalle mani di Berlusconi la clava dell’abuso di potere mediatico».
La Rivoluzione Civile, per Ingroia, comincia proprio da qui: «chiamare le cose con il proprio nome e smascherare gli inganni dell’offerta politica. Il fatto che Monti si definisca progressista rimanda ad un uso strumentale del vocabolario. Il suo governo ha smantellato diritti, ha fatto pagare la crisi ai più deboli e ha perfezionato il sacrificio di migliaia di esodati. Questione giovanile e lotta alla mafia non sono state nemmeno prese in considerazione. Caro Monti, il tuo furboliberismo non è di sinistra. E’ profondamente ingiusto, ci porta indietro di mezzo secolo: altroché progresso».
Intanto Vauro fa girare su twitter la foto che pubblichiamo e si spiega: Per chi non l’avesse capito ” io sto con Ingroia ” non significa che io mi candiderò nella lista “Rivoluzione Civile” significa solo che la appoggio e (vedi foto) ci metto la faccia. Mi fa piacere condividere con chi segue la mia pagina questa scelta. Fare satira non significa non schierarsi quando si crede che ne valga la pena. A proposito che io sia Comunista non credo sia un mistero . Non l’ho certo mai nascosto, tutt’altro. Fine del predicozzo»
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