Meglio parlare prima, e chiaro. Per il Pd arriva un avvertimento a mezzo stampa circa la formazione del prossimo governo, che verrà deciso alle urne il 24 e 25 febbraio. In un’intervista a Avvenire, Casini ha affermato: “La gente ha capito che Berlusconi non è
più un’alternativa credibile. La vera sfida è tra la sinistra
e l’area della responsabilità, tra Bersani-Vendola e Mario
Monti. Si fa largo una nuova democrazia dell’alternanza e chi
non vuole che il lavoro del governo venga smantellato deve dare
forza a Monti e alle liste collegate a lui”. E visto che il Pd ha una buona possibilità di ottenere la maggioranza (visto che una delle principali zavorre di Monti è proprio lui, Casini) le “liste collegate” avvertono: “Bersani non potrà essere premier senza la maggioranza alla
Camera e al Senato”. Perché, in quel caso, decide la minoranza, cioè i montiani, che sicuramente andranno benissimo, ma la maggioranza se la sognano.
“Bersani ha Vendola come principale
alleato – ha detto Casini – E Vendola si presenta davanti alla
Cassazione a depositare le firme per abrogare le modifiche
all’articolo 18, va in Val di Susa dichiarando guerra alla Tav,
alza la voce e frena sulle liberalizzazioni, pretende che la
riforma previdenziale venga smantellata. Le minacce del capo di
Sel non possono essere derubricate come mosse folcloristiche.
Bersani ha un compito proibitivo. Tenere la barra dritta e
resistere al richiamo della foresta sarà terribilmente
complicato”.