Pdl-Lega patto d'acciaio: indecisi su tutto

Nuovo matrimonio tra Pdl e Lega. Berlusconi non sarà candidato premier ma "leader dei moderati". E apre pure alle coppie gay. Disperata ricerca di un nuovo look.

Pdl-Lega patto d'acciaio: indecisi su tutto
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7 Gennaio 2013 - 20.46


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Stanno di nuovo insieme, ma è un matrimonio forzato, e lo dichiarano pure. Il Pdl di Silvio Berlusconi e la Lega di Roberto Maroni hanno firmato a Arcore, ieri notte “all’1 e mezza” come ha annunciato stamattina a una radio Berlusconi un “patto elettorale”. I contenuti non sono molti, senonché i due devono stare per forza in coalizione “o la sconfitta sarebbe certa”, come ha detto in un attacco di scorato politicismo Roberto Maroni. Unico “scalpo” portato a casa dai leghisti che avevano giurato “mai più berlusconiani” è che Silvio non sarà il candidato premier. Questo la base leghista non lo avrebbe potuto accettare.

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Quindi Berlusconi è “solo” “leader della coalizione”. E il nome del candidato premier? Non si capisce se si farà subito o dopo le elezioni “in caso di vittoria”. “Il candidato che proponiamo è Tremonti”, dice Roberto Maroni, sperando forse in un effetto eco con Monti.

Per il Pdl è chiaro che dovrebbe essere Angiolino Alfano, quello da cui in pratica Berlusconi ha cercato di “salvare il partito”, secondo il suo punto di vista. Oggi lo ha chiamato “il candidato premier giovane”, ritornando sulla presuna immaturità politica dell’eterno delfino berlusconiano.

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“Ho sentito fare il nome di Alfano, è una persona con cui ho lavorato bene”, ha detto Maroni. Nella vittoria non ci sperano neanche loro. Ma va dato atto a Berlusconi di essere un’inesauribile miniera di iniziative per cercare di aprire brecce in ogni dove. E così oggi l’ex premier ha addirittura detto che sarebbe disposto a riconoscere le coppie gay. Il che ha suscitato reazioni a metà tra l’ilare e l’indignato tra le associazioni gay, che hanno sbattuto il muso per anni contro l’ostinazione del centrodestra a non riconoscere i loro diritti (non è andata meglio con il centrosinistra). “Lo metta per iscritto, poi vediamo”, ha detto l’Arcigay.

La realpolitik della Lega: A leggere le dichiarazioni dei leghisti si capisce subito il clima da “inciucio della disperazione” come è già stato ribattezzato: “Ricordo a tutti quanti – ha detto Roberto Maroni, rivolgendosi alla ‘base’ che scalpita – che se non ci fosse stato l’accordo con il Pdl
allora, più di 400 Comuni sarebbero a rischio con i sindaci che
dovrebbero dimettersi. Ci sono quindi tutte le ragioni per considerare
l’accordo utile, positivo e coerente con il disegno illustrato
nell’ultimo congresso”.

Sulla linea dell’ultracinico anche il Sindaco di Verona, Flavio Tosi:
”Nell’accordo siglato fra Lega Nord e Pdl la Lega Nord ha chiesto e
ottenuto che Silvio Berlusconi non sarà né il candidato premier di
questa campagna elettorale né il capo del Governo nel caso, stando ai
sondaggi non molto probabile, di vittoria alle elezioni politiche del
24-25 febbraio. Questa alleanza ci interessa piu’ a livello locale che
nazionale perché potrà garantire la vittoria in Lombardia di Roberto
Maroni”. E ancora: ”Le motivazioni strategiche di questa nuova
alleanza sono infatti senz’altro più favorevoli alla Lega che al Pdl
-prosegue- Nel programma nazionale dell’alleanza la Lega ha fatto
inserire un vincolo ben preciso: ogni Regione dovrà potersi
trattenere il 75 per cento delle proprie risorse”.

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Berlusconi apre ai gay: Sia chiaro: non ha detto qualcosa di specifico. Anche perché l’assenso della Chiesa a Monti è qualcosa che già pesa negativamente sul Pdl. Però pare che abbia fatto “cenno di sì con la testa”. Il fatto che questo sia avvenuto durante una intervista radiofonica dovrebbe sollecitare qualche dubbio. Comunque il dibattito politico è stato ampiamente occupato oggi pomeriggio dalla presunta apertura di Berlusconi alle coppie gay, il quale però per dire ha solo detto che “serve la maggioranza in parlamento per cambiare il codice civile”.

A mettere sul chi va là circa le reali intenzioni del premier ci pensano d’altronde alcuni parlamentari da sempre numi tutelari della famiglia: “Leggiamo prese di posizione piuttosto sgangherate a commento
delle dichiarazioni del presidente Berlusconi in materia di coppie di
fatto e omosessuali”hanno dichiarato i parlamentari
del Pdl Gaetano Quagliariello, Maurizio Sacconi, Eugenia Roccella e
Raffaele Calabrò.

“Coloro che, per disattenzione o malafede parlano di cambio di
rotta o di incongruenza con la difesa del matrimonio tra uomo e donna
e la famiglia come descritta nella nostra Costituzione – proseguon o-
saranno facilmente smentiti con la lettura del documento sulle unioni
civili che lo scorso mese di agosto registrò l’adesione di più di
150 parlamentari del Pdl”.

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“Con argomentazioni laiche, sottoscritte infatti da deputati,
senatori ed europarlamentari di diversa provenienza culturale
-aggiungono- vi si ribadiva la contrarietà all’equiparazione
giuridica tra il matrimonio e altre unioni affettive anche
omosessuali, e la condivisione e disponibilità nei confronti di
iniziative legislative volte a riconoscere ai componenti di tali
unioni diritti in ambito civilistico o penalistico in tutte le
situazioni in cui questi non siano effettivamente garantiti”.

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