“Se sarò la candidata di Ingroia vi assicuro che allora me ne farò carico col vostro aiuto”. Termina così un post lasciato oggi da Ilaria Cucchi sul profilo Facebook di Patrizia Moretti, la mamma di Federico Aldrovandi con cui Ilaria ha fondato un’associazione di aiuto alle vittime degli abusi di polizia. Cosa c’è di strano? E’ strano che ci sia quel “se”. Perché fino a stamattina la notizia era che Ilaria Cucchi aveva accettato la proposta di Rivoluzione civile, la lista guidata dal magistrato Antonio Ingroia. La sorella di Stefano Cucchi, il geometra morto a Roma nel 2010 e per la cui uccisione sono sotto processo guardie penitenziarie e medici dell’ospedale Pertini, aveva deciso di fare il grande passo: buttarsi in politica.
Ma adesso le cose sembrano ben diverse. Perché è vero che Ilaria è a digiuno di politica e di politichese. Ma non è una sprovveduta. E se si vuole far capire si fa capire benissimo. Già stamattina aveva rilasciato un’intervista a una radio in cui metteva le mani avanti: “Non c’è ancora niente di scritto”.
Ora il post con cui risponde a una lettera dell’Associazione Aldrovandi e di altre organizzazioni a difesa delle vittime degli abusi di polizia: “Cara Patrizia, cara Lucia, cara Domenica, ho letto la lettera da voi sottoscritta.
Sono i nostri valori. Quello per cui lottiamo da tempo insieme, unite.
Se sarò la candidata di Ingroia vi assicuro che allora me ne farò carico col vostro aiuto”, dice riferendosi alle altre fondatrici dell’associazione, Lucia Uva e Domenica Ferrulli.
Ilaria, raggiunta al telefono, non commenta. E lo stesso fa l’avvocato Fabio Anselmo, che difende la famiglia Cucchi al processo e che sta fungendo da “braccio destro” di Ilaria in questa avventura politica.
Insomma: c’è maretta, questo è sicuro. Stamattina si è svolto un incontro “preliminare” tra i candidati che finora hanno accettato la proposta di Ingroia e che – praticamente – non si conoscono. Va inserito l’episodio nel contesto di un esperimento politico piuttosto spericolato: Rivoluzione civile sta nascendo a ridosso delle elezioni, con un processo accelerato, che genera confusione. Molta confusione.
Già ieri era un po’ strano chiamare Ilaria Cucchi per avere una dichiarazione e sentirsi rispondere “Bisogna passare dall’ufficio stampa di Ingroia”. Soprattutto perché gli altri candidati, invece, rispondevano alle domande dei giornalisti. Ilaria Cucchi considerata troppo inesperta e messa sotto tutela, o al contrario con posizioni troppo radicali (esempio: amnistia) e per questo silenziata? Magari solo un corto circuito informativo. Però viene da pensare, e lei non deve essersi sentita a suo agio.
E poi: primo incontro, si sarà parlato di liste. Anche qui, non bisogna lavorare troppo di fantasia: dopo essersi fatti i complimenti per l’impegno che ciascuno dei candidati scelti da Ingroia ha profuso nei propri ambiti di intervento – tra gli altri la direttrice di Libera Stramaccioni, Di Franco, l’operaio di Pomigliano tesserato Fiom – si passa per forza a parlare di seggi. Qualcosa è andato storto? Gli ingroiani sono convinti di andare bene e di superare ampiamente il 4%, che è lo sbarramento. Ma certo non ci sarà posto per tutti i candidati in parlamento, questo è matematico. Ingroia, da quello che si sa, sarà capolista in tutte le regioni. Ma chi ci sarà dietro di lui?