Magari non è proprio così, non è esplicitamente un endorsement: però, intanto, Mario Monti avrà una bella platea, con tanti microfoni e televisioni, e un bellissimo lancio planetario la settimana proissima, in piena campagna elettorale. Sarà lui, infatti, tra tutti i capi di governo di 40 paesi quello che pronuncerà il discorso inaugurale al tradizionale Forum economico mondiale di Davos.
Continuano, insomma, i tour del presidente del Consiglio uscente e a capo di un governo non eletto Mario Monti. Il quale non ci pensa proprio a declinare gli inviti per una semplice cortesia istituzionale. Neanche per idea: come insegna Berlusconi, il presenzialismo, anche quando è antipatico, fa risalire nei sondaggi. La cosa peggiore è non farsi vedere.
La manifestazione di Davos sarà aperta da Monti insieme al presidente della Confederazione Elvetica Ueli Maurer e Klaus Schwab, presidente e fondatore del forum. Dopo Monti, hanno annunciato oggi gli organizzatori del Wef in una conferenza stampa, interverrà il direttore del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde.
Complessivamente fra il 23 e il 29 gennaio nella località grigionese sono attesi circa 40 capi di stato e di governo, fra cui la tedesca Angela Merkel, l’inglese David Cameron e il russo Dmitri Medvedev. A loro si mischieranno circa 2500 ospiti dell’economia e della politica, a cominciare dal presidente della Banca centrale europea Mario Draghi.
Nei Grigioni vi saranno anche tutti i consiglieri federali, con l’unica eccezione di Simonetta Sommaruga. Per quanto riguarda gli assenti spicca il forfait del presidente francese François Hollande e la mancanza di rappresentanti di primo piano dagli Usa e dalla Cina. Il tema di quest’anno è “il dinamismo resistente”: secondo Klaus
Schwab la crescita futura ha bisogno di dinamica e della forza
necessaria per superare gli shock.
