Fuori dai soliti rituali e dalla mimose esibite in ogni dove, la giornata della donna ha pur sempre rappresentato occasione di riflessione e prospettiva di impegno. Merito soprattutto del presidente Napolitano, che ha fatto dell’incontro al Quirinale e richiamando le tematiche che un tempo avremmo definito femministe, memorandum di lavoro per tutti.
Le varie organizzazioni delle donne innanzitutto devono darsi una identità più definita e più forte, sono le prime chiamate in causa. La stessa orribile tematica dei reati sessuali contro le donne richiede di sicuro nuovi strumenti legislativi, deve però implicare anche una nuova consapevolezza culturale formativa, a partire dalla scuola, dalla famiglia, dalle parrocchie, da tutti i centri laici e cattolici di aggregazione associativa e di volontariato. Discorso complesso e terribilmente esigente richiederebbe poi la riflessione ai temi della tv e di Internet.
Anche le grandi questioni del lavoro femminile dentro la gigantesca piaga del dramma del mezzogiorno, della presenza delle donne negli organismi di governo delle aziende, la partecipazione femminile in politica per cambiarla e moralizzarla profondamente, sono tutti fattori che hanno un collegamento diretto con una migliore condizione futura dell’Italia di oggi e di domani. E’ la strada necessaria per spingere lo sguardo verso gli altri paesi d’Europa, per sollecitare politiche di solidarietà e sviluppo con uno sguardo prospettico alle tragiche emergenze dei paesi africani e di quelli arabi con le loro recenti rivoluzioni e difficoltà.
In certo senso allora l’otto marzo di quest’anno ha rappresentato una occasione particolarmente originale, specie se si considera che la rappresentanza politico-parlamentare femminile è la più numerosa di sempre. Napolitano ne ha in certa misura saggiamente approfittato per trarne auspicio positivo rispetto all’arduo compito che l’attende.