Berlusconi: al Quirinale vada uno di destra

Il capo del Pdl: dopo tanti Presidenti di un solo colore abbiamo diritto a rivendicare un candidato diverso e di altra estrazione.

Berlusconi: al Quirinale vada uno di destra
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12 Marzo 2013 - 17.06


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Venerdì 15 marzo, venti giorni dopo le elezioni, verranno convocate le due Camere per la loro prima seduta. Dopo un mese preciso i nuovi parlamentari saranno chiamati a riunirsi in seduta comune, con l’aggiunta dei rappresentati regionali, per eleggere al Quirinale il successore di Giorgio Napolitano, il cui mandato scadrà il 15 maggio.

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«Per il Quirinale, il centrodestra non ha bisogno di chiedere a nessuno, e tanto meno alla sinistra, “candidati in prestito”, perché, dopo tanti presidenti di un
solo colore, ha invece diritto a rivendicare un candidato diverso
e di altra estrazione». Queste le parole del premier uscente Silvio Berlusconi.

Dal Pdl non si capacitano che la presidenza della Repubblica debba essere di pertinenza della sinistra. In queste settimane ha preso corpo, infatti, la candidatura di Prodi al Quirinale, mentre il Pdl, che non ha numeri sufficienti, né alleanze per imporre un proprio candidato, potrebbe votare Massimo D’Alema. Almeno queste le indicrezioni degli ultimi giorni.

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Arriva quindi con una nota la reazione di Silvio Berlusconi: «Il centrosinistra – dice il Cavaliere – è ormai diviso su tutto e questo non meraviglia più nessuno. Come non meraviglia la vera e propria guerra scatenata intorno al governo e alla presidenza delle Camere con l’obiettivo di sempre: il Quirinale».

L’ex premier insiste: «Ma che qualcuno, per combattere questa guerra faccia ricorso al centrodestra per farsene scudo, è addirittura grottesco. Quelle di cui parlano oggi i giornali sono solo beghe interne al Pd, inventate per mascherare l’eterna lotta di potere che, oggi come ieri, ha sempre caratterizzato la sinistra».

«Manovre meschine e strumentali – afferma ancora il premier uscente – che rivelano, una volta di più, quelle radici antiche che affondano in una ideologia mai rinnegata, e che ancora inquina quello schieramento».

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Maurizio Lupi, interpellato da alcuni cronisti a Montecitorio, a proposito di D’Alema come candidato dice: «La verità è che la sinistra sta portando il Paese a sbattere e ora vogliono risolvere le proprie beghe interne tirando in ballo il Pdl. Il Pdl non vuole essere tirato in ballo in questo totonomine».

«Ho l’impressione – rimarca anche Osvaldo Napoli – che la candidatura di D’Alema sia stata appositamente preconfenzionata all’interno del Pd per bruciare qualsiasi possibilità che l’esponente del pd potrebbe avere».

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