di Fabio Luppino
Grillo potrà continuare ad alzare l’asticella quanto vuole. Ma bisogna seguire bene il labiale per capire se ci sarà un governo tra qualche giorno. Il leader a Cinque Stelle domani andrà da Napolitano a dire che un governo guidato da Bersani lui non lo voterà mai. Ma non ha mai detto che non sosterrà un governo guidato dal Pd.
In questo passaggio stretto si deve trovare la verità su quel che accadrà nelle prossime ore. Bersani vuole andare fino in fondo. Sta cercando già i nomi per un suo dicastero. Nomi di livello: ormai il dado è tratto e non c’è più spazio per bilancini partitici. Quel che però non ha il segretario Pd è una maggioranza. E il Capo dello Stato pretende che il Paese abbia un governo, magari a tempo, ma che possa fare qualcosa di concreto per dare fiducia alle imprese, all’Europa e alle famiglie. Potrà dunque essere persuaso dalle argomentazioni di Bersani. Per cui già domani sera il segretario Pd potrebbe avere un incarico: è da vedere però se pieno o esplorativo.
La forza del leader Democratico sta nelle personalità che ha cercato per governare. Da Saccomanni a Onida, da Tinagli a Settis. Cercherà di parlare con tutti fino all’ultimo minuto utile. Resta però l’uomo che ha perso le elezioni vincendole e che ha cambiato sostanzialmente la sua stessa agenda di priorità politiche sotto l’onda d’urto grillina, a cominciare dalla svolta sui presidenti delle Camere.
Lo stesso Bersani dovrà recarsi al Colle con una carta di riserva, dunque, per evitare di avvitare la crisi verso una direzione lacerante per lui stesso: quella del governo di scopo, ma stavolta con Pdl e montiani. Perché, certamente, Napolitano dovrà tenere in massimo conto quello che andranno a dirgli forze politiche, come Scelta civica e Pdl, che rappresentano il 30% del Parlamento. E allora una soluzione, nemmeno tanto a sorpresa, nel momento in cui si dovesse verificare l’assenza di una vera maggioranza, potrebbe essere quella di un incarico proprio a Pietro Grasso. Grillo e i grillini avrebbero molto da riflettere. Non sostenerlo significherebbe tradire chi li ha scelti per cambiare il Paese.
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