Travaglio, Grasso e il déjà vu dei teatrini tv

Qualcuno consigli ai due nuovi presidenti delle Camere di tenersi lontano dalle trasmissioni tv. Il caso di ieri sera a Servizio Pubblico insegna. [Tancredi Omodei]

Travaglio, Grasso e il déjà vu dei teatrini tv
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22 Marzo 2013 - 19.10


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di Tancredi Omodei

Chi si incarica di dire a Pietro Grasso e Laura Boldrini che ricoprono, rispettivamente, la seconda e la terza carica dello Stato? Chi si incarica di consigliare loro di tenersi alla larga dei teatrini politici televisivi, si chiami “Ballarò”, “Porta a Porta” o “Servizio Pubblico”? Chi consiglia loro di astenersi anche dal sedere sulle poltrone televisive dopo aver fatto il bel gesto di tagliarsi gli emolumenti? Chi si incarica di dire alla seconda carica dello Stato che ci sta d’essere preso di mira da critiche, anche le più taglienti, quando si scende (o si sale) in politica? Chi si incarica di dire al successore di Renato Schifani, che, a nostro parere, è stata sproporzionata la sua rabbia contro Travaglio, anche e soprattutto quando ci si attende l’incarico di provare a fare un governo? Nel sentire quella che l’ex procuratore Antimafia ha ritenuto una “infamia”, appare smisurata l’idea di intervenire telefonicamente (pare avesse sentito solo in parte la filippica di Travaglio) per una sorta di sfida a duello all’alba, come al tempo dei tre moschettieri. All’alba, non più tardi.

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Cosa è accaduto ieri sera da Santoro? Lo sapete già, lo ricostruiamo. Il presidente del Senato telefona alla trasmissione di Michele, su La7 per difendersi da quelle che reputa “accuse infamanti”. “Voglio al più presto un confronto televisivo, carte alla mano, con Travaglio – dice l’ex procuratore nazionale antimafia – perché è brutto sentirsi accusare senza poter rispondere”. Santoro invita Grasso a “Servizio pubblico”, la prossima settimana. Il nuovo presidente del Senato replica: “Non posso aspettare una settimana per replicare, soprattutto per quanto riguarda la mia nomina a Procuratore Antimafia: inviterò io Travaglio in un luogo televisivo prima che passino sette giorni, certe cose vanno fatte subito”. “Il contraddittorio – prosegue Grasso – è una regola di civiltà. Travaglio si abitui al confronto”. La replica di Travaglio: “È Grasso che sfugge al confronto, e lo ha fatto anche con i suoi colleghi della procura di Palermo..”. Poi, visto che di duello si parla, ecco la stoccata di Marco Travaglio: Grasso “non può piacere a tutti! Ha già dalla sua parte tutti i giornali e le televisioni..”.

Quale l’infamia di Travaglio? “È chiaro a tutti – aveva detto Travaglio – che Grasso non è Schifani e Schifani non è Grasso. Il problema è che Grasso non è quello che molti grillini credono”. Il problema è proprio questo: l’immagine di Grasso agli occhi (decisivi, forse) dei grillini. Per Travaglio, il neo presidente del Senato “prima di essere magistrato, è un italiano, è molto furbo, è un uomo di mondo, ha saputo gestirsi molto bene, non ha mai pagato le conseguenze di un indagine. Si è sempre tenuto a debita distanza dalle indagini sulla mafia e la politica, si è addirittura liberato quando era procuratore di Palermo di tutti i magistrati che facevano indagini su mafia e politica, si è reso protagonista di alcuni gesti poco nobili, come rifiutarsi di firmare l’atto di appello contro l’assoluzione in primo grado di Andreotti, lasciando soli i sostituti procuratori che avevano presentato questo appello”.

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Travaglio ha fatto alcuni esempi. Grasso – ha sostenuto il giornalista – ha fatto dichiarazioni in cui prendeva le distanze da Caselli, ha ottenuto applausi dal centrodestra. Ancora l’altro giorno Berlusconi ha detto che Grasso è tutt’altro che un brutto candidato alla presidenza del Senato, ha ottenuto addirittura dal centrodestra tre leggi per fare fuori Caselli e far passare Grasso alla procura nazionale antimafia. Leggi anticostituzionali che però Grasso ha utilizzato per diventare procuratore nazionale antimafia, mentre il governo faceva fuori il suo unico rivale. Quindi io mi sono semplicemente ribellato a questa baggianata oleografica, a questa rappresentazione teatrale dei buoni contro i cattivi”. Inoltre, non ha dimenticato di dire Travaglio, è stato Grasso a proporre Berlusconi “per la medaglia antimafia”. Prima del voto.

Chi si incarica di dire a tutti quanti (Travaglio compreso) che non ne possiamo più, che non vogliamo cadere nel déjà vu?

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