Adesso basta, Grillo esca dalla caverna dorata

Ha il 25% per emettere scomuniche, per dire quel che gli altri devono fare senza sottoporsi a critiche, contraddittori o domande. Il tragico nel comico. [Fabio Luppino]

Adesso basta, Grillo esca dalla caverna dorata
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24 Marzo 2013 - 17.18


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di Fabio Luppino

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Adesso, basta. Tra anatemi e scomuniche Beppe Grillo sembra divertito solo dal gioco dell’asticella: alzarla ogni giorno tra toni e pretese, l’unica pratica politica grillina vista sin qui. Una singolare interpretazione del mandato conferito dal 25%. Non si diverte più nessuno, secondo noi nemmeno il comico-guru. Anzi, in alcuni casi provoca disgusto. Le persone si guardano negli occhi, non attraverso l’invettiva digitale. Esca Beppe Grillo dalla sua caverna dorata e provi a dire in faccia a Laura Boldrini e Pietro Grasso quello che ha scritto nell’immancabile post. Provi a sostenere il loro sguardo per almeno cinque minuti. Cosa può contrapporre a due persone che in modi diversi hanno rischiato la loro esistenza semplicemente per senso civico. Nel mondo e in Italia, vivendo sotto scorta o inquadrati dal fucile di qualche banda senza scrupoli. Fa male, molto male a fidarsi dei guru della parte per il tutto, di quelli che hanno fatto la loro fortuna guardando ed esaltando un particolare delle vicende di ognuno dimenticando il prima e il dopo.

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Quanto al fatto di essere stati nominati dalla partitocrazia c’è un esercito virtuoso a cui Grillo dovrebbe essere grato, da Ciampi a Napolitano. La Storia dovrebbe insegnare anche ai grillini che gli scatti virtuosi della democrazia accadono spesso così, con delle scelte di discontinuità, quando la consapevolezza dei problemi si fa urgenza. A meno che l’unica virtù sia nella scelta digitale: la merda della rete, caro comico, non si può vedere solo quando fa male a se stessi, sempre che sia merda il dissenso. La verità democratica non sta in un post. Quanto a Buffonarie Grillo guardi in casa sua, c’è un bel repertorio. Ridurre a sarcasmo continuo il voto di milioni di persone è un tradimento. Le cento ragioni che hanno accompagnato l’ascesa grillina si trasformano in torti quando si avanzano pretese totalitarie, come volere il 100% per governare. Farebbe paura anche a chi ha votato, oggi, il movimento Cinque Stelle.

Tra i menscevichi e i bolscevichi avremmo preferito di gran lunga la vittoria dei primi. La reductio ad unum della democrazia è spesso accompagnata dal dileggio delle figure forti di essa, quando non dall’odio e dallo sberleffo. Per ora i segnali arrivati da Grillo sono contraddittori, con l’aggiunta di fascinazioni dell’uomo solo contro tutti. Restiamo con Voltaire anche con Grillo, ma vorremmo fosse consentito difendere le legittime idee di altri che non condividiamo. Viceversa, si preparano solo avventure.

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