Molti nel Pdl non hanno gradito che Pierluigi Bersani voglia mantenere ben distinta la partita per il successore di Napolitano da quella per la nascita di un nuovo governo. Il rischio, è stato l’avvertimento suggerito a
Silvio Berlusconi all’indomani del faccia a faccia con il
leader Pd e condiviso dallo stesso Cavaliere, è che dietro
l’angolo si nasconda la fregatura. Ovvero, è il
ragionamento, il Pdl accetta un percorso condiviso, rinuncia ad
avanzare un suo candidato per il Colle, e poi Bersani – o un
altro esponente di largo del Nazareno – si fanno il loro
governo, lasciandoci a bocca asciutta. Ma il Cavaliere, viene spiegato, pur ascoltando con attenzione gli ‘avvertimenti’ dei pidiellini diffidenti e
scettici sulle reali intenzioni del segretario democratico, ha
richiamato i suoi alla calma. Non è questo il momento di
andare allo strappo, avrebbe osservato. Ora che Bersani è
sceso a trattativa e che si potrebbe profilare un percorso
condiviso, meglio attendere che termini il suo giro d’orizzonte
e poi ne riparliamo. Anche perché, ha spiegato il Cavaliere,
ci sarà un altro incontro – la data non è stata fissata – e
lì entreremo nei dettagli, ovvero si faranno i nomi. Per il
momento, dunque, Berlusconi non retrocede dalla tiepida
apertura mostrata ieri a Bersani: va bene ragionare su una rosa
di nomi che non siano espressione diretta del centrodestra,
purché il Pd escluda dai papabili personalità smaccatamente
di sinistra e, soprattutto, percepite dall’ex premier come
‘ostili’ e ‘non di garanzia’. 0L’identikit che Berlusconi ha delineato
al segretario del Pd è quello di una personalità con forte
esperienza istituzionale, un politico se non di professione –
categoria che l’ex premier ha sempre ‘avversato’ – ma che
comunque abbia gli strumenti per districarsi anche in
situazioni complesse, come ad esempio quelle che potrebbero
determinarsi qualora i processi del Cavaliere arrivino a
sentenza e le sentenze non siano positive. Ma il Pdl aggiunge
anche un altro elemento all’identikit: non un ‘laico’ bensì
una persona proveniente dal mondo cattolico, dall’area
moderata. E salgono le quotazioni di Franco Marini. Nome che,
per Berlusconi, potrebbe anche rappresentare il trait d’union
fra le diverse anime del Pd, così da evitare possibili
‘trabocchetti’ nelle votazioni segrete.
Quanto al governo, l’ex premier, seppur abbia accettato di
avviare un percorso con Bersani per il Colle, non ha affatto
rinunciato alla partita sull’esecutivo. Tanto che sul tavolo
resta l’opzione voto anticipato, avvertimento che in batteria i
pidiellini hanno rilanciato oggi al segretario democratico:
governo politico subito o meglio tornare alle urne, è il
messaggio. Berlusconi, d’altronde, continua a non fidarsi
appieno di Bersani: il suo obiettivo, ha spiegato ai suoi, è
andare a Palazzo Chigi e per raggiungerlo non avrà remore a
farci fuori o peggio, per ottenere l’appoggio dei 5 Stelle, a
dar vita a un esecutivo ‘giustizialista’.
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