Non si sono ancora spente le polemiche per l’assenza di donne tra i dieci saggi chiamati dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che – sempre a proposito di “quote rosa” – un altro innesco si accende sui “grandi elettori” del nuovo Capo dello Stato inviati a Roma dalle Regioni.
Si conta, infatti, sulle dita di una mano l’esiguo drappello femminile. E subito è scattata la protesta bipartisan delle parlamentari. «Un disastro! – sintetizza Valeria Fedeli, vicepresidente Pd del Senato – Solo 5 donne sui 58 “grandi elettori” eletti dai Consigli Regionali per partecipare al collegio di elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Si parla, giustamente, da giorni della possibilità di una donna al Quirinale, ma quando si arriva al momento di scegliere chi concorrerà ad eleggere il nuovo Presidente, gli uomini preferiscono gli uomini. Della serie: non si sa mai…».
Per Alessandra Mussolini del Pdl così «continua la vergogna di un Paese oggettivamente nemico di noi donne». Sulla stessa scia Monica Cirinnà, anche lei del Pd, che invita tutti «a una profonda riflessione: questa distorsione mi convince ancor di più che è quanto mai necessario lavorare per eleggere una donna al Quirinale».
Domani l’Assemblea regionale delle Marche – l’ultima a deliberare sui delegati – chiuderà la rosa delle designazioni regionali. Ma i nomi in lizza sono tutti maschili e non invertiranno di certo il trend dominante. Con buona pace della rappresentanza di genere.