I parlamentari renziani non voteranno per Franco Marini, il candidato di Bersani per il Quirinale. Lo ha chiarito Federico Gelli. “Noi renziani non voteremo per Marini e lo annunceremo all’assemblea dei grandi elettori”, ha spiegato, “di là dal nome c’è anche una questione di metodo. Prima bisognava
trovare un candidato che unisse il partito. Non ci sembra
questo un metodo da Partito Democratico”.
Sulla stessa linea Davide Nardella. “Non capisco perché dovremmo votare per Marini e siccome non siamo pavidi,
chiederemo un confronto”, ha spiegato entrando alla riunione al
Teatro Capranica. “Non solo i renziani non lo
voteranno”. Così Marianna Madia, su Twitter.”L’accordo che sembra chiuso su
Marini al Quirinale è una scelta gravissima”. Lo afferma
l’europarlamentare Debora Serracchiani. Secondo
Serracchiani “questa sarebbe la vittoria della conservazione in
un momento in cui avremmo bisogno di dimostrare coraggio,
magari scegliendo una donna.
A quanto pare, ci sono alcuni
dirigenti che non resistono alla tentazione di consegnare il
Paese a Berlusconi”. Andrea Romano, Scelta Civica, fa sapere che Franco Marini gli è indigesto su twitter: “Votare Marini? Che almeno sia Valeria… Seriamente: ho molte perplessità su una scelta non abbastanza innovativa. Vediamo domani”. Fatti due conti Marini senza i renziani non avrebbe nemmeno la maggioranza assoluta.
Berlusconi con i suoi è stato categorico: occorre votare compatti e non bisogna far mancare nemmeno un voto su Marini. Nel frattempo sono circolate voci le più disparate. Che Marini sarebbe il candidato palo, mentre quello vero sia D’Alema. Che dentro la trattativa ci sia anche la garanzia delle garanzie per Berlusconi: essere nominato senatore a vita. Ecco, nel caso c’è un problema: nominato da chi, dal presidente entrante o da quello uscente?
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