Le peripezie di Bersani, segretario di un non partito

Il Pd ha una dirigenza moderata e una base che sta a sinistra. Per tenere insieme le due cose si è ormai bruciato tutto. [Marco Fiorletta]

Le peripezie di Bersani, segretario di un non partito
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19 Aprile 2013 - 14.50


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di Marco Fiorletta

Di Rodotà come possibile candidato al Quirinale si parlava da molto tempo, forse da almeno un anno. Allora non capisco una cosa. Perché il centro sinistra se lo è fatto scippare da Grillo?

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Bersani è ormai schiavo dei piddini di scuola Dc e sinistrorsi “rinnegati”. È un dato di fatto. Al punto che Franceschini ha anche ventilato l’ipotesi di una scissione. È talmente prigioniero di costoro che ha ingoiato e proposto il nome di Marini. Certo, sto lavorando di fantasia. Allora Bersani propone Marini, che come san Lorenzo viene messo sulla graticola. Impallinato, bruciato, Marini, Bersani torna ad avere una posizione di forza e propone Prodi. Proposta accolta, così sembra, all’unanimità. Risultato di tutto ciò? Un partito che non è più un partito ma un agglomerato di uomini l’un contro l’altro armato. Un partito che nei vertici ha dirigenti moderati e iper moderati e una base tendente a sinistra. Bersani per tenere unito il partito si è bruciato come è bruciato ormai lo stesso Pd.

Aver proposto Prodi non risolve il problema, infatti Grillo, come ci si aspettava, ha alzato l’asticella. E, dal suo punto di vista, non ha torto. Di fatto, se continua così, perde un’altra occasione per poter realizzare i suoi punti di programma.

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Nel frattempo Fabrizio cosa fa? Tira i remi in Barca in attesa di tempi migliori? Ovvero, quando sarà rimasta la cenere e qualche rudere fumante del Pd si farà avanti come colui che è in grado di ricostruire portandosi dietro una folta schiera di muratori, carpentieri e ingegneri?

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