Il Pd non può garantire nemmeno Napolitano

L'ultima spiaggia. Ma il Presidente uscente può fidarsi di un partito in preda a violenti colpi di coda? Quali certezze può dare sul governo che verrà? [Fabio Luppino]

Il Pd non può garantire nemmeno Napolitano
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20 Aprile 2013 - 12.15


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di Fabio Luppino

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L’ultima spiaggia è Napolitano. Se dice sì non ci saranno certo franchi tiratori. Sarà un mandato presidenziale a termine, come tempo fa aveva chiesto il direttore del Corriere della sera, Ferruccio de Bortoli, ben consapevole del marasma in atto e della scarsa caratura degli attori in campo. Il Presidente uscente vincolerà il suo sì ad un governo a termine che faccia in tempi brevissimi quello che deve fare: riforma elettorale, taglio ai costi della politica, ossigeno alle imprese. Un governo del Presidente, appunto.

La certificazione di una classe politica inetta in cui Berlusconi riconquista il ruolo di statista davanti alle macerie del Partito Democratico, offuscando i danni profondi arrecati all’economia e al senso civico dell’Italia negli anni di governo di centrodestra. Napolitano si prenderà un tempo discreto per decidere il da farsi. E magari un suo sì non arriverà per lo scrutinio di oggi pomeriggio. Il terreno è terremotato.

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Il Pd, se dovesse nascere un governo, continuerà il percorso martoriato intrapreso, in cui non si esclude nemmeno la sua estinzione per dar vita a due altre forze politiche. Un partito siffatto sarà capace di garantire l’eventuale percorso che il Presidente uscente-entrante chiederà di rispettare come condizione principale del suo nuovo mandato? Il problema principale è questo. La situazione non dà alternative anche al Pdl. Un eventuale governo non può iniziare riforme radicali, può solo mettere toppe e fare la legge elettorale. Berlusconi si ascriverà il merito di essersi battuto per farlo. Ma non vede l’ora di andare a votare, tra non più di un anno. A quel punto il Pd non ci sarà più o sarà ancora totalmente in fase ricostruttiva e la partita sarà tra due populismi: Grillo e Berlusconi.

Se Napolitano non dovesse accettare nella partita tra Cancellieri e Rodotà è di gran lunga favorita la prima. Il Pd andrà a questi scrutini in ordine sparso. Una cosa è certa. Anche i congiurati di Prodi hanno le ore contate. Le dimissioni di Bersani trascinano a fondo tutti. Non ci sarà un secondo tempo in cui qualcuno da dietro le quinte potrà poi tornare in campo.

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