Sta per nascere un governo frutto della negazione di proclami e promesse fatte dal Pd fino a pochi giorni orsono. Un governo che, nel momento stesso in cui avrà la fiducia, potrà indurre molti elettori a non credere mai più alle promesse dei dirigenti del Pd. Almeno questi dirigenti.
Sta per nascere un governo che, tra gli altri, riceverà la fiducia da galantuomini come Scilipoti e Razzi, coerentemente con la promessa di moralizzazione della politica fatta solennemente da Bersani e dai suoi.
Sta per nascere un governo sostenuto da Alessandra Mussolini, reduce solo da pochi giorni dalla volgare sceneggiata anti-Prodi e da Maurizio Gasparri, popolare testimonial del dito medio.
Eppure il pensiero unico dei commentatori e degli editorialisti nega ogni dignità al dissenso, alla perplessità a qualsiasi malumore di quei milioni di elettori che hanno ingoiato il rospo del governo Monti e come premio, invece del cambiamento, si sono ritrovati sotto scopa di Silvio Berlusconi.
Per questi editorialisti e commentatori, che hanno invaso le reti televisive (pochissime le eccezioni critiche) il malumore è irresponsabile, il mal di pancia è settarismo, la delusione è stupidità. Loro che, con i loro grandi gruppi editoriali hanno per anni definito riforme e riformismo la perdita dei diritti e della dignità sociale; che hanno esaltato l’agenda Monti come unica via, che probabilmente un precario o un disoccupato non l’hanno mai visto dal vivo, oggi assaporano il trionfo e parlano dei mercati rassicurati.
Sviolinata? No, siamo ben oltre. Sono i rappresentanti della Grande Intesa dei trombettieri. Trombettieri anche un po’ tromboni. Come avrebbe detto Mike Bongiorno: Turchetti, fiato alle trombe. Comincia il quiz? No. Comincia l’editoriale unico dei trombettieri multipli, nel segno della Grande Intesa
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