Rodotà: non datemi la colpa dei fallimenti del Pd

Il costituzionalista risponde alle accuse di essersi fatto strumentalizzare da Grillo. E sulla Convenzione dice: è una rottura della procedura costituzionale.<br>

Rodotà: non datemi la colpa dei fallimenti del Pd
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3 Maggio 2013 - 21.42


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«Io conoscevo le regole del gioco. Ci sono state molte sorprese», ma «cercare di coprire il fallimento del Pd» e accusare il «Movimento 5 Stelle e indirettamente anche me mi sembra ingiusto». Così il costituzionalista Stefano Rodotà risponde alle domande di Lilli Gruber ad “Otto e mezzo”.
Il giurista non vuole far passare il messaggio di essere stato strumentalizzato da Beppe Grillo e dai suoi: «Il mio nome girava in Rete già da un anno». «Penso che – sottolinea – quando si deve discutere di queste questioni le persone contano molto». «Non è vero che c’era una sola soluzione politica. Perché nel m5s c’è stata una apertura che non si è voluta fare».
Poi la Gruber passa alla Convenzione delle riforme costituzionali e al nome di Silvio Berlusconi che sarebbe il principale nome fatto per presiederla. E Rodotà esprime la sua contrarietà: «Io non sono incline a personalizzare. La Convenzione on è accettabile, perché è una rottura con il passato. Sono diffidente nell’uso di questa sistema. Bisogna consegnare la riforma al Parlamento, che può farlo, come è sempre stato» e come è previsto dalla Costituzione.
E parlando di riforma della Costituzione il giurista si dice fermamente contrario all’elezione diretta del Capo dello Stato: «La riforma costituzionale non può modificare l’impianto costituzionale perché così si cambierebbe la forma di Stato».«C’è un punto organizzativo della Costituzione che può essere toccato e modificato». Si può procedere con la «riduzione del numero dei parlamentari e la modifica del bicameralismo perfetto», ma sono comunque contrario al plebiscitarismo.
E alla domanda della Gruber, Berlusconi è il vero dominus del governo, pensa che letta è così debole, Rodotà risponde: «Non c’è dubbio, senza polemiche, il vincitore di questa partita è Berlusconi. Dall’inizio aveva indicato la strada da seguire, e quella stiamo seguendo. Lui è in condizione quando vuole di staccare la spina al governo», riferendosi alle diverse polemiche nate in questi giorni attorno alla restituzione e abolizione dell’Imu.
Pensa che l’imu debba essere restituita? «No, è un problema molto grave che investe i comuni. Quanto è grave per i sindaci essere privati di queste risorse? Si può rimodulare l’Imu in base alle diverse situazioni». Le polemiche sono state «un diversivo per coprire altre cose, come la mancanza di fondi per la cassa integrazione», chiosa.

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