Esposito (Pd) si lamenta: i soldi della Tav usati per fare cultura

Il parlamentare del Pd, attivista pro Tav, si appella al ministro Lupi e accusa: Un blitz all'insegna della più bieca ignoranza burocratica.

Esposito (Pd) si lamenta: i soldi della Tav usati per fare cultura
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6 Maggio 2013 - 22.33


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«Il Cipe, con delibera pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 16 aprile, ha rimodulato le risorse del Fondo per le infrastrutture ferroviarie e stradali relativo a opere di interesse strategico, stabilendo che i 10 milioni di euro previsti per le misure compensative della Tav tra il 2013 e il 2015, vengano ripartiti in due tranches: 2 milioni di euro sul 2013 e i restanti 8 milioni sul 2016». Lo denuncia il parlamentare del Pd Stefano Esposito, che parla di «una decisione assunta nel più assoluto silenzio, senza informare il Governo, il Commissario Virano, gli enti locali interessati e neppure il Parlamento».

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E aggiunge: «Un blitz all’insegna della più bieca ignoranza burocratica – dice ancora Esposito – che, di fatto, sottrae le già scarse risorse destinate ai territori interessati dalla realizzazione della Torino-Lione. E quale è la ragione che sta alla base della rimodulazione? – prosegue – La necessità di destinare risorse al completamento del “Nuovo Auditorium? Teatro dell’opera” di Firenze».

«Senza nulla togliere all’importanza rivestita dall’Auditorium fiorentino, – afferma ancora il parlamentare del Pd – è evidente che siamo in presenza di una scelta priva di qualunque razionalità politica e che conferma, ancora una volta, il fatto che a Roma non tutti hanno compreso la rilevanza di un’infrastruttura come la Tav».

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Esposito annuncia, quindi, l’intenzione di rivolgersi «immediatamente al neo ministro Maurizio Lupi, affinché intervenga presso il Cipe e si impegni non solo ad evitare che in futuro si ripetano analoghi fatti, ma soprattutto a definire quanto prima il piano degli interventi compensativi e delle risorse necessarie che non possono certo essere poche briciole elargite ai territori».

«È in gioco la credibilità del nostro Paese sia nei confronti delle comunità locali interessate dalla Tav sia nei confronti dell’Unione europea. Siccome questa è una battaglia condotta nei fatti da pochi (per questo esposti anche a situazioni poco piacevoli), spero di ottenere – conclude – rapidamente dal Ministro adeguate risposte ai problemi qui denunciati, altrimenti prendero’ in seria considerazione l’ipotesi di dimettermi da Sì Tav».

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