«Noi siamo l’unica opposizione. Ci hanno messo in un angolo, hanno fatto il governo prima di fare le commissioni, hanno tenuto bloccato il Parlamento. C’è stato un bel colpo di Stato e lo ribadisco, non un colpettino, in quattro si sono riuniti in una notte, questo governo è la continuazione dell’agenda Monti». Lo dice Beppe Grillo, in un’intervista
trasmessa da SkyTg24 e poi, annuncia: «Sarà una guerra all’ultimo sangue perché in tutte le commissioni mettono degli ostacoli».
Il comico sta prendendo una brutta piega: prima afferma una cosa e dopo poco tempo la ritratta, modificando le sue parole. Proprio nei giorni dell’elezione del presidente della Repubblica e della mancata elezione di Stefano Rodotà, Grillo aveva proclamato (poi ripensandoci) una marcia su Roma al grido di “golpe”. Ma poi, anche grazie alla ferma presa di distanza di Rodotà, il comico aveva smorzato i toni parlando di «golpettino istituzionale furbo». Insomma, Grillo, facciamo chiarezza: è un colpo di stato o un colpettino?
Ecco [url”cosa aveva detto Grillo”]http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=43154&typeb=0&Grillo-e-stato-un-golpettino-furbo[/url]
Letta: deve smetterla di parlare di colpo di Stato – «Se Grillo la butta sull’insulto personale vuol dire che non ha molti altri argomenti: lui insulta e io voglio lavorare e occuparmi dei problemi del Paese» e mentre il governo taglia lo stipendio dei ministri lui «fatica» a imporre tagli alla diaria. «Respingo al mittente un’altra volta che lui usa la parola colpo di Stato per ferire le Istituzioni del nostro Paese, che sono legittime e rappresentano la sovranità popolare». Questa la risposta del presidente del Consiglio Enrico Letta, durante la conferenza stampa con il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz.
«Una parola come quella di colpo di Stato – ribadisce il premier – è totalmente inaccetabile. Grillo si ricordi, quando la volta scorsa ha usato la parola colpo di Stato una giornalista cilena, che era stata ai tempi del colpo di Stato della dittatura di allora, gli ha spiegato che cosa vuol dire colpo di Stato, facendogli fare allora già una figuraccia».
«Penso – conclude Letta – che insistere ad usare questi termini è profondamente sbagliato e, lo dico anche per il massimo rispetto che tutti noi abbiamo per il Presidente della Repubblica Napolitano, queste parole di Grillo sono totalmente inaccettabili».
Infine una battuta sull’accusa di fare il nipote: «In verità, è da 46 anni che faccio il nipote». Infatti sul suo blog Beppe Grillo ha scritto oggi: «Un mantenuto dalla politica dal 1996, Enrico Letta, ci fa lezioni di morale: “toglierò lo stipendio ai ministri e lui vedo che non riesce a togliere la diaria ai suoi parlamentari”. Non accettiamo lezioni da una persona che si tiene stretta i 46 milioni di euro di rimborsi elettorali del pdmenoelle, mentre il MoVimento ha rinunciato a 42, e i cui parlamentari prendono lo stipendio pieno, mentre quelli del M5S se lo sono già dimezzato. Piglia e porta a casa capitan Findus».
M5s sfida Letta – Il Movimento 5 Stelle di Camera e Senato «sfida» il premier a fare di conto e a «eguagliare» i grillini sul fronte dei soldi. In una lunga nota si legge: «Apprendiamo che Enrico Letta avrebbe dichiarato che lui, con un decreto, toglierà gli stipendi ai ministri, mentre Grillo “non riesce a togliere la diaria ai suoi parlamentari che invece si ribellano”. Il Movimento Cinque Stelle invita il Presidente del Consiglio ad estrarre una calcolatrice e ad effettuare la somma».
E precisamente: «42 milioni di euro di rimborsi elettorali rifiutati alle ultime elezioni politiche – si sottolinea nella nota M5s – 5 milioni di euro l’anno derivanti dal dimezzamento dell’indennità parlamentare; 3,5 milioni di euro l’anno derivanti dalla rinuncia alle spese generali aggiuntive (informatica, telefoni, taxi); 1 milione e 620 mila euro l’anno derivanti dalla rinuncia all’indennità di fine mandato; 175mila euro l’anno derivanti dalla rinuncia alle indennità di carica dei presidenti, dei vicepresidenti e dei questori. Il tutto – viene specificato – tralasciando ulteriori varie ed eventuali, ivi compresa la questione della diaria che, per la precisione, una volta detratte le spese di vitto e alloggio rendicontate, difficilmente assommerà a un importo superiore a poche centinaia di euro a testa, che in ogni caso la maggior parte dei parlamentari a cinque stelle – se non tutti – restituirà parimenti».
Ebbene, insiste la nota, «una volta effettuata la somma e premuto il tasto idoneo a visualizzare il risultato sul display della sua calcolatrice, il presidente Letta, cui suggeriamo di effettuare tale operazione da seduto per scongiurare le possibili conseguenze di un probabile capogiro, avrà chiari tutti i numeri e la coerenza del Movimento Cinque Stelle, che coglie l’occasione per sfidarlo non già a superarlo – cosa invero realisticamente impossibile -, nell’esclusivo interesse del Paese, quanto perlomeno ad eguagliarlo. Se Enrico Letta accetta la sfida, il Movimento Cinque Stelle e gli italiani tutti non potranno che essergliene grati. Tuttavia, al momento il Movimento Cinque Stelle puo’ dimostrare nei fatti di avere gia’ mantenuto le sue promesse, mentre Enrico Letta è ancora nella fase di chi e’ costretto a declinare i verbi al futuro (“toglierò”). Come del resto tutte le altre forze parlamentari», conclude la nota.
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