Cofferati su Epifani: non si sceglie così il segretario

L'europarlamentare non critica il nuovo segretario ma il metodo: un arretramento molto preoccupante della vita democratica interna al Pd.

Cofferati su Epifani: non si sceglie così il segretario
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13 Maggio 2013 - 14.03


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«Il Pd ha fatto un passo indietro
sul piano della democrazia interna. Un altro errore, che
separa il partito da iscritti ed elettori, e accentuerà la
crisi. Se mettiamo insieme un Pd che si chiude e un governo
già in difficoltà, siamo a una sorta di evaporazione di una
forza politica». Lo afferma Sergio Cofferati, in
un’intervista. «Nulla da obiettare sulla scelta di Guglielmo – rileva
Cofferati – ma l’assemblea che lo ha eletto segna un
arretramento molto preoccupante della vita democratica
interna al Pd. Bersani fu eletto con un milione e 600 mila
voti. Epifani con 450».

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Distinguere la figura del segretario da quella del
candidato premier «è ragionevole, accade in molti Paesi
europei – spiega l’ex leader della Cgil – quel che trovo
privo di qualsiasi traccia di buonsenso è distinguere la
legittimazione del segretario, eletto da un’area ristretta di
persone, com’è stato per Guglielmo, mentre il candidato
premier dovrebbe essere scelto con le primarie. Questa
differenza è distruttiva, perché mette le due figure su un
piano diverso nel rapporto con il nostro popolo. Non c’è
nessuna ragione per giustificarla, se non l’idea che il
premier debba avere una legittimazione più forte del
segretario del partito. Non va bene».

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