Le amministrative ridanno fiato al Pd
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Le amministrative ridanno fiato al Pd

Ecco i risultati definitivi delle elezioni amministrative città per città. Roma, Brescia e Ancona al ballottaggio.

Le amministrative ridanno fiato al Pd
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27 Maggio 2013 - 22.28


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Cresce il centro-sinistra, flette il Pdl, quasi dimezzato Grillo. Non sono elezioni nazionali ma locali. Ma c’è un certo riposizionamento e anche una boccata d’ossigeno a sinistra nonostante la debacle del suo principale azionista, ossia il Pd. A spoglio quasi ultimato il centrosinistra è in vantaggio in quattordici su sedici fra i comuni capoluogo interessati dal voto. A Roma, e in tutte le principali città in cui i cittadini sono stati chiamati alle urne, i ballottaggi sono tutti, o quasi, fra Pd e Pdl. Con l’eccezione significativa di Treviso e Lodi, tradizionali “feudi” della Lega, dove il candidato del Carroccio dovrà vedersela con quello del centrosinistra. Per Nichi Vendola è tempo di brindare: «Oggi il centrosinistra risorge nelle città – ha commentato il leader di Sel – nella prima prova dopo lo schianto, si dimostra capace di essere un’alternativa credibile».

Una sfida che richiama alla mente quanto è successo alle regionali in Friuli Venezia Giulia, dove la candidata del Pd Debora Serracchiani ha avuto la meglio sul governatore uscente Renzo Tondo, sostenuto da una coalizione Pdl-Lega. «Io e Marino abbiamo vinto nonostante il Pd», ha commentato infatti la governatrice friulana a Repubblica Tv. Era il 22 aprile e la vittoria della candidata democratica fu un vero e proprio miracolo due giorni dopo la tumultuosa assemblea dei parlamentari sul tradimento di Romano Prodi, candidato al Quirinale. Tempi non meno agitati di quelli attuali, visto che c’è un governissimo e il voto di Roma premia proprio un candidato che del no all’alleanza con il Pdl ha fatto una battaglia elettorale. Da parte sua Gianni Alemanno ostenta ottimismo: «La partita è aperta – dice – ora riportiamo al voto gli astenuti». E dà la colpa al derby Roma-Lazio per la finale di Coppa Italia, che avrebbe «distratto e irritato» gli elettori. Anche Silvio Berlusconi, che ci ha messo la faccia per dare la volata al sindaco uscente e non è certo soddisfatto dei risultati, minimizza la portata del voto locale: le amministrative non hanno nulla a che vedere con il governo, è la riflessione del Cavaliere, anzi semmai sono la riprova della necessità che l’esecutivo prosegua il suo lavoro e vari quanto prima i provvedimenti “choc” sull’economia, a partire da Imu, Iva, Equitalia e lavoro dei giovani.

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Crollo dei 5 Stelle. L’altro dato da registrare è il tonfo del Movimento 5 stelle, su cui pesa il silenzio di Beppe Grillo. A Roma Marcello De Vito ottiene uno stentato 12,6% (ed è il miglior dato nazionale, in media nelle altre città non ha superato il 10%), sdrammatizza la sconfitta (parla di un “calo non vistoso”) e attribuisce il calo di consensi al poco spazio avuto su giornali e tv. In nessun comune il candidato del M5S ha raggiunto il traguardo del ballottaggio. La base del Movimento protesta sul web: «Inutile girarci intorno, abbiamo preso una batosta», scrive un militante sul blog di Grillo. E il suo è il commento il più votato. Ma è il governatore del Lazio Nicola Zingaretti a individuare il nodo del problema: «Il M5S è quello che più ha tradito le attese dei suoi elettori che avevano chiesto un’istanza di cambiamento. È evidente che c’è qualcosa che non va nella la sintonia tra chi lo vota e chi lo dirige». Anche se Ignazio Marino, in vantaggio in questa prima tornata, non ha chiuso la porta ai grillini: «C’è voglia di cambiamento a Roma – ha detto – ma abbiamo temi in comune con il M5S».

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Calo dell’affluenza.
Ma veniamo ai dati. E cominciamo da quelli sull’affluenza. Alle elezioni comunali di ieri e di oggi ha votato il 62,38% degli elettori. Il dato è di quasi 15 punti percentuali inferiore rispetto alle precedenti elezioni. A Roma il calo più rilevante: ha votato un cittadino su due, il 52,8%, quasi 21 punti in meno del 2008, quando votò il 74,49% dell’elettorato.


I risultati finali città per città.
Ecco i voti definitivi delle amministrative in tutte le città chiamate al voto. A Roma il 9 e 10 giugno i cittadini saranno chiamati a scegliere tra Ignazio Marino, che a questa prima tornata ha ottenuto il 42,6% e Gianni Alemanno, al 30,27%. A Brescia, testa a testa fra Emilio Del Bono (centrosinistra) e Adriano Paroli, il primo al 38,6% e il secondo al 38%. A Vicenza, invece, netta affermazione del centrosinistra: Achille Variati, con il 53,47%, vince al primo turno contro la pasionaria leghista Manuale Dal Lago (27,38%). A Siena, nonostante lo scandalo del Monte dei Paschi, si afferma il candidato sindaco del Pd Bruno Valentini che con il 39,54% ha la meglio su quello del centrodestra Eugenio Neri (23,37%). A Massa Alessandro Volpi (Pd) è sindaco con il 54,17% contro il 18,79% di Gabriella Gabrielli, sostenuta da Udc e Scelta Civica. A Pisa è certa la vittoria del candidato del Pd Marco Filippeschi con il 53,48% contro il 12,66% dello sfidante del Pdl Franco Mugnai. A Treviso, come già anticipato all’inizio, Giovanni Manildo (Pd) è in vantaggio con 45,1% sul candidato della Lega Giancarlo Gentilini (34,82%%). Situazione simile anche a Lodi, dove Simone Uggetti del Pd ha vinto con il 43,30% contro la leghista Giuliana Cominetti al 34,48%. A Imperia il democratico Carlo Capacci con il 46,83% ha la meglio su pidiellino Erminio Annoni (28,20). Nella città ligure è emblematico anche il crollo del M5S, passato dal 33,6% delle politiche ad appena l’8,8% delle amministrative. A Isernia vince invece con il 50,54% Luigi Brasiello, candidato per una lista civica sostenuta da centrosinistra, Udc. A Barletta, l’ex portavoce del presidente Napolitano Pasquale Cascella, candidato con il Pd, supera con il 43,68% sul concorrente di centrodestra Giovanni Alfarano (26,88%). Stessa situazione anche ad Avellino: Paolo Foti del Pd avanti con il 25,47% delle preferenze sullo sfidante centrista Costantino Preziosi (Udc) al 23,03%. Se la vedrà con Infine ad Ancona è ballottaggio fra Valeria Mancinelli del Pd (37,65%) e Italo D’Angelo del Pdl (20,52%).

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