Noi sindaci non possiamo ridurci a fare gli esattori. Mi preoccupa, a esempio, il calo di attenzione sulla Tares. Così come è prevista dal Governo, a dicembre – quando dovremo pagare anche il conguaglio Imu – sarà un massacro per le cittadine, i cittadini, le imprese e il mondo del commercio.
Per come è concepita, la Tares è una patrimoniale ma mascherata. Una patrimoniale dovrebbe colpire i grandi patrimoni, questa invece colpirà l’anziana signora che vive in periferia in una casa da 100metri quadri per quei metri quadri e non per il suo reddito reale.
Nel frattempo dal Governo nazionale si continuano a tagliare i trasferimenti agli enti locali e si danno ai Comuni due strade. Approvare i bilanci a settembre, quindi di fatto perdere un anno, oppure ricaricare i mancati trasferimenti statali con l’aumento delle aliquote sulle cittadine e sui cittadini.
Noi, a Cagliari, ne scegliamo un’altra. Approviamo oggi il bilancio, in giunta, e sblocchiamo la spesa. Non tagliamo un euro ai servizi essenziali, aumentiamo le linee del trasporto pubblico, riduciamo l’Imu sulla prima casa all’aliquota minima, paghiamo le imprese a 30-35 giorni, addirittura anticipiamo risorse per Regione e ministero delle Infrastrutture proprio per non far gravare mancati pagamenti sulle imprese.
Riusciamo a fare questo perché ogni giorno, in questi due anni di amministrazione, abbiamo lavorato sull’eliminazione di tutte le spese superflue per concentrare le risorse sui servizi più importanti per i cittadini. Siamo virtuosi, è quello che ci chiede lo Stato.
Ma vorrei che anche in qualche ministero si iniziassero a eliminare enti e agenzie inutili, fondazioni di non si sa bene cosa, qualche auto blu in più, l’idea di acquistare nuovi F35. Mi piacerebbe facessero a Roma quanto i governi in questi anni hanno chiesto di fare ai sindaci.
Sindaco di Cagliari [GotoHome_Torna alla Home]