Alma racconta: ho avuto paura di morire

La moglie di Mukhtar Ablyazov racconta la notte in cui lei e sua figlia sono state prelevate dalla casa in cui vivevano a Casal Palocco e poi rimpatriate in Kazakistan.

Alma racconta: ho avuto paura di morire
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15 Luglio 2013 - 09.25


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Continua a far discutere il caso [url”dell’espulsione di Alma Shalabayeva”]http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=46724&typeb=0&La-Bonino-informai-Alfano-il-2-giugno[/url], la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, rimpatriata lo scorso 31 maggio in Kazakistan insieme alla figlia di sei anni. Misura di rimpatrio che il governo ha revocato pochi giorni fa. Al centro del dibattito [url”la ricostruzione del blitz fatta dalla Shalabayeva e raccolta dal Financial Times”]http://www.ft.com/intl/cms/50bc3eae-e569-11e2-ad1a-00144feabdc0.pdf[/url] in cui si parla di intimidazione e minacce da parte della polizia italiana nei confronti della donna kazaka. Ricostruzione smentita dalla procura di Roma, ma che rischia di aggravare la posizione del governo italiano.

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“Continuavano a gridarmi in italiano. Non capivo esattamente cosa dicessero. L’unica cosa che ho potuto distinguere in questa serie di offese fu Puttana russa”. È quanto ha scritto Alma Shalabayeva nel memoriale, in cui racconta cosa accadde la notte tra il 28 e il 29 di maggio.

“Avevo una sola sensazione in quel momento: erano venuti ad ucciderci senza un processo, un’indagine, senza che nessuno lo avrebbe mai saputo”. “A un certo punto hanno portato Bolat (il cognato, ndr) nella stanza. Aveva un occhio rosso e gonfio, un labbro rotto, una ferita al naso. Disse che lo avevano pestato”.

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Figlia di Alma: mia madre ostaggio del regime di Nazarbaev – “Alma, mia madre, ora è ad Almaty, a casa dei genitori. Viene monitorata, filmata e pedinata da vicino. È trattenuta in Kazakhstan come ostaggio”. A parlare in questi termini è Madina Ablyazova, 25 anni, la figlia maggiore di Alma Shalabayeva e Mukhtar Ablyazov.

“In aeroporto, al suo arrivo dall’Italia, le hanno consegnato gli atti di accusa e un provvedimento che prevede l’obbligo di dimora ad Almaty. Rischia anni di prigione”. “Mia madre non è mai stata una fuggitiva”, ha sottolineato ancora Madina, affermando che “quando il regime kazako l’ha presa, e subito dopo essere stata mandata in Kazakhstan contro la sua volontà, le autorità kazake hanno mosso delle accuse penali nei suoi confronti per poter fare di lei un ostaggio. Ha sempre avuto con sé documenti validi, che confermavano il suo status sia in Inghilterra che in Europa. Inoltre ha sempre avuto un passaporto kazako emesso regolarmente”.

Letta annuncia sanzioni – “Faremo piena luce e arriveremo in fondo, anche dal punto di vista delle sanzioni. E dunque chi ha sbagliato ne risponderà”. Lo ha assicurato il presidente del Consiglio, Enrico Letta.

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Il premier ora vuole le “teste” dei reponsabili: “Mi aspetto che la relazione del capo della Polizia arrivi prestissimo e sono sicuro che sarà in linea con quella total disclosure che abbiamo imposto sulla vicenda”, ha poi rimarcato il premier, che sembra, ancora oggi, non conoscere le responsabilità politiche e delle autorizzazioni.

La stampa ha riportato poi alcune frasi attribuite al vicepremier Angelino Alfano, descritto come infuriato: “Guardate che anche io sono molto arrabbiato: ho chiesto una relazione in tempi rapidissimi al capo della Polizia e in base a quella ricostruzione dei fatti agiro”. “Salteranno molte capocce – avrebbe aggiunto il vicepremier – si fermeranno molte carriere. Chi mi ha ingannato deve pagare”.

Ma perché mai solo oggi i media parlano di un Alfano furioso che vuole entro tre giorni sulla sua scrivania i nomi dei responsabili. I responsabili al Viminale sono noti e da tempo e [url”Globalist lo aveva scritto già più di un mese fa”]http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=46726&typeb=0&Caso-Ablyazov-il-governo-Letta-dormiva-[/url].

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