Kazakistan: di inaudita c'è solo l'ipocrisia del governo

Oggi sparano tutti sull'ambasciatore kazaco. Peccato che ogni sua richiesta sia stata accolta. Come mai? [Gianni Cipriani]

Kazakistan: di inaudita c'è solo l'ipocrisia del governo
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19 Luglio 2013 - 17.18


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di Gianni Cipriani

Intervenendo oggi in parlamento, il presidente del Consiglio Enrico Letta, tra le altre cose, ha voluto sottolineare “l’inaudito comportamento dell’ambasciatore del Kazakistan”, colpevole di aver fatto pressioni sulle autorità italiane per la cattura del ricercato.
Inaudito? O inaudita è oggi l’ipocrisia che fa definire “inaudito” un comportamento in precedenza non solo accettato, ma perfino condiviso tra salamelecchi, congratulazioni e lettere di ringraziamento?

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Ma veniamo ai fatti, secondo la stessa ricostruzione della polizia:

Il 28 maggio dopo aver tentato di contattare Alfano, l’ambasciatore Yelemessov chiede ed ottiene un incontro con il capo della mobile di Roma;

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lo stesso 28 maggio sera il ministro Alfano fa incontrare l’ambasciatore del Kazakistan con il suo capo di Gabinetto; questi fa partecipare anche il capo della segreteria della polizia;

Il 29 maggio l’ambasciatore kazako chiede ed ottiene dalla squadra mobile informazioni sul bliz di polizia alla ricerca del latitante;

Il 31 maggio su pressioni dell’ambasciatore la polizia fa una seconda perquisizione;

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Nel frattempo l’ambasciata del Kazakistan chiede ed ottiene che Alma Shalabayeva e sua figlia siano consegnate alle autorità di Astana direttamente su un volo privato in partenza da Ciampino.

Questo l’inaudito comportamento dell’ambasciatore e dell’ambasciata. Che necessita di una precisazione e di qualche domanda.

La precisazione: un ambasciatore lavora nell’interesse del suo paese. Che sia la Svizzera, che sia il poco democratico Kazakistan. Non si può pretendere che un ambasciatore faccia gli interessi di altri. Ciò premesso, essendo questa una considerazione da Abc della diplomazia, è altrettanto ovvio che lo Stato che ospita deve sapere che un ambasciatore non lavora per le dame di San Vincenzo ma per la sua causa. E quindi deve regolarsi di conseguenza. Ad esempio non prendendo per oro colato ogni sua dichiarazione. Ma così non è stato. Colpa dell’ambasciatore – che tira l’acqua al suo mulino – o di chi ha imbellamente creduto a tutto, dai terroristi in giro per Roma al possibile assalto all’arma bianca all’aeroporto di Mosca?

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E veniamo al resto: l’ambasciatore ha chiesto un incontro alla Questura di Roma e ha incontrato il capo della mobile. Ha chiesto un incontro dal Alfano ed ha incontrato il capo di Gabinetto che a sua volta ha fatto intervenire uno dei più alti esponenti della polizia.
E perché – domandiamo a Letta – quando il diplomatico ha chiesto un appuntamento alla Questura gli è stato concesso? Perché gli è stato concesso di incontrare il capo di gabinetto del ministro, peraltro su richiesta di Alfano?

Se è inaudito oggi, avrebbe dovuto esserlo anche ieri. Signor ministro Alfano la posso incontrare? È inaudito, chiami la Bonino. Signor capo della squadra mobile di Roma la posso incontrare? No, perché sarebbe inaudito che io incontrassi ambasciatori. Segua i normali canali.
Insomma l’ambasciatore Yelemessov non è andato in Questura e al Viminale con il passamontagna; non ha sfondato le barriere per entrare. Ma ha chiesto. E ottenuto. E come mai ha ottenuto se il suo agire oggi viene definito “inaudito”?

Come mai la polizia ha dato ai kazaki informazioni sull’esito del blitz? E come mai, sempre sui richiesta dei kazaki, è stata fatta una perquisizione bis? Non erano forse inaudite queste richieste?

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Lo confesso, io penso male. Penso che si sia trattato di una operazione fatta sotto egida politica, dati i nostri evidenti interessi in Kazakistan. Che tutto sarebbe filato liscio se non ci fosse stato un inopportuno e imprevisto (dal loro punto di vista) clamore mediatico e politico.

Che solo allora sono stati buttati nel tritacarne un po’ di capri espiatori. E che ora tentiamo di farci belli facendo la faccia feroce (ma a cose fatte) contro l'”inaudito” comportamento dell’ambasciatore del Kazakistan, colpevole di aver fatto ciò che gli è stato tranquillamente lasciato fare. Così faremo finta di ottenere davanti all’opinione pubblica una falsa soddisfazione imponendone la sostituzione e tutto potrà proseguire come prima.

Ecco perché, pensandone male, di inaudito in tutta questa vicenda ci vedo solo l’ipocrisia del governo e di Letta che ci ha messo la faccia. Che, per quel che mi riguarda, da oggi sarà assai meno credibile.

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P.S. In tutta questa vicenda non compaiono i servizi segreti. Eppure – sempre a pensar male – si potrebbe pensare che a maggio girassero nella Capitale più barbe finte straniere che camion bar. Il Copasir potrebbe chiedere al nostro controspionaggio se tante volte avesse annusato qualcosa. Ma c’è un grosso ostacolo: il Copasir dovrebbe prima dare una prova di esistenza in vita.

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