Grazia a Silvio? Perfino il Pd si ribella

I democratici, che in queste ore hanno digerito di tutto pur di scongiurare una crisi, ora parlano di pressione indebita del Pdl.

Grazia a Silvio? Perfino il Pd si ribella
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2 Agosto 2013 - 22.00


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“Il Pd non si fa ricattare”. Stefano Fassina prende una dura posizionedopo le minacce di crisi e dimissioni avanzate dal Pdl al termine della riunione a Montecitorio con Silvio Berlusconi, dopo la quale Brunetta e Schifani hanno confermato di voler chiedere a Giorgio Napolitano la grazia per il Cavaliere.

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«Il Pdl si conferma un unicum nelle democrazie occidentali – ha aggiunro Fassina -. Alfano è un vicepresidente del consiglio sopravvissuto politicamente per enorme senso di responsabilità del Pd verso l’Italia. Oggi minaccia le dimissioni dei ministri Pdl. Si comporta come se la presenza del Pdl al governo fosse un favore al Pd, mentre il Pd cerca di affrontare le emergenze dell’ Italia. Se i ministri PdL sono convinti delle loro ragioni si dimettano. Basta minacce e ricatti. Il Pd non si fa ricattare”.

L’aut aut dell’ex premier non verrà accettato da nessun esponente del Pd. Guglielmo Epifani ha richiamato il partito al rispetto dell’accordo di governo, ma è anche tornato a chiarire che quando in Senato arriverà la procedura di decadenza del Cavaliere da parlamentare il partito non potrà che appoggiarla.

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Mentre i fedelissimi di Berlusconi sembrano uniti, i malumori maggiori sepreggiano tra le fila del Pd: “Si apra la crisi di governo”, ha chiesto Pippo Civati. “Napolitano e Letta mettano fine alla pagliacciata del Pdl”, ha esortato Matteo Orfini.

Se davvero il Cavaliere volesse andare a elezioni, “romperebbe quel patto contratto con gli italiani al momento di creare un governo di servizio”, ha subito chiarito Epifani. Detto questo, “quando c’è una sentenza di questa natura la sentenza si rispetta e si applica”, ha ribadito.

“C’è una riflessione da fare”, perché la condanna dell’ex premier “apre una questione tra una governabilità che si fa più difficile e i rischi di una ingovernabilità sempre presenti”, ha detto l’ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. L’uscita di Bersani ha suscitato malumori nell’ala più governativa del Partito Democratico che l’hanno letta come una picconata all’esecutivo. “Al contrario”, ha assicurato un fedelissimo di Bersani, “è stato un modo per proteggere Letta e per mettere all’angolo quanti, Renzi per primo, sparano sulle larghe intese e lasciano agli altri il peso di mettere la faccia nell’alleanza con il Pdl”.

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In serata Guglielmo Epifani ha aggiunto che “il Pdl vuole buttare su di noi la responsabilità della rottura del patto di governo che invece vogliono fare loro: noi dobbiamo stare fermi a quanto abbiamo detto e prepararci a tutto”. “Non ci facciamo trascinare nella rissa e rispondiamo colpo su colpo se si supererà la soglia”, ha concluso.

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