Ma i grillini non dicevano che il talk show erano il nemico da combattere? Molti parlamentari M5s non sono stati cacciati dal movimento perché sono apparsi in tv? Beh, ora cambia tutto in casa 5 Stelle. Luigi Di Maio ospite di Lilli Gruber su La7, il capogruppo al Senato Nicola Morra (dopo la partecipazione alla puntata di esordio di Night desk di Enrico Mentana) in collegamento con “Virus” di Porro, Vito Crimi in diretta a La Gabbia, il talk condotto da Gianluigi Paragone.
È assalto dei grillini al piccolo schermo: sembra che sia caduto, infatti, uno dei grandi tabù dei 5 Stelle. Per lo staff della comunicazione “parte davvero la fase due”, con strategie messe a punto con il guru del Movimento, Gianroberto Casaleggio, nel corso delle ultime riunioni con i comunicatori di Camera e Senato, Nicola Biondo e Claudio Messora in prima linea.
Riunioni che, a quanto si apprende, si terranno ogni settimana alla Casaleggio Associati, con l’obiettivo di rendere più incisiva la comunicazione dei pentastellati. Si inizia oggi, con ben tre grillini in tv. Luigi Di Maio se la vedrà con la dem Debora Serracchiani, per spiegare perché, come sostenuto ieri in Aula dal collega Alessandro Di Battista, a detta dei 5 Stelle il “Pd è peggio del Pdl”. Crimi invece, in collegamento da piazza Montecitorio, parlerà dell’affaire Berlusconi, visto che l’ex capogruppo è tra i membri del M5s in Giunta per le elezioni e le immunità.
Ma il tema più scottante tocca a Morra, chiamato a intervenire su alleanze e tradimenti, argomento affrontato dalla trasmissione di Porro. “Abbiamo deciso di farci sentire il più possibile, anche ricorrendo alla tv – ammette Claudio Messora, a capo della comunicazione 5s al Senato – il tabù sui talk show, però, non è mai caduto”, puntualizza all’Adnkronos.
“Evitiamo i pollai e il plasticume di certe trasmissioni, con la Santanchè che starnazza. Ma non rifuggiamo il confronto. L’importante – spiega – è intervenire su temi specifici e per competenze: sulla giunta e il caso Berlusconi, ad esempio, è corretto che ci si confronti con altri membri dell’organismo parlamentare, ad esempio un Malan o una Pezzopane”.
Il divieto alla partecipazione ai talk show, del resto, è scritto nero su bianco sul codice di comportamento dei grillini eletti e portò all’espulsione di Federica Salsi e Marino Mastrangeli.
Mastrangeli: sono stato cacciato e ora mi danno ragione – “Se vogliono governare ma senza fare alleanze, puntando dritto al 51%, allora sì che gli tocca andare in tv”. Mastrangeli ha commentato così il cambio di strategia.
“Noto con piacere che si stanno evolvendo – dice con un filo di amarezza nella voce – io per le presenze in tv sono stato illegittimamente cacciato via dal gruppo”. “Ma in realtà – ha ribadito – non ho violato un bel nulla, ho rilasciato solo interviste in collegamento, esattamente come Crimi e Morra questa sera”.
Mastrangeli, che non ha mai rinunciato alla spilla dei 5 Stelle appuntata sulla giacca, sostiene poi di essere stato contattato da alcuni senatori grillini “per essere reintegrato nel gruppo di Palazzo Madama, non solo io ma anche gli altri espulsi”.
Un invito che ha tuttavia preferito declinare. “Non devo chiedere l’elemosina a nessuno, sono stato illegittimamente buttato fuori – asserisce – visto che non ho violato un bel nulla. Io sono ancora un iscritto del M5s, gli attivisti e due terzi dei parlamentari non hanno mai chiesto la mia espulsione. Il M5s è una casa anche mia e non me ne vado, ma non ho chiesto la riammissione nel club del Senato. Non sono un burattino, per me più di un gruppetto di 54 senatori contano i 50mila iscritti e gli 8 milioni di elettori che ci hanno votato. È lì che uno vale uno per davvero. Grillo e Casaleggio compresi”.
Argomenti: beppe grillo