Bondi come Grillo: colpo di Stato in Italia

Il senatore Pdl attacca frontalmente la magistratura, rea di voler eliminare Berlusconi. E accusa il Pd di complicità, per alimentare il caos che regna nel partito di maggioranza.

Bondi come Grillo: colpo di Stato in Italia
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22 Settembre 2013 - 17.46


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“Eliminare il leader dell’opposizione dalla vita politica per mezzo di una condanna ingiusta della magistratura con la complicità di un Pd che impedisce una soluzione per ristabilire un equilibrio democratico e una pacificazione politica, necessari per il Paese, significa operare un vero e proprio colpo di Stato”. In vista del voto della giunta che segnerà le sorti politiche del Cav., il senatore del Pdl, Sandro Bondi, accantona per un attimo la sua indole poetica per usare un linguaggio di solito più caro a Beppe Grillo. Senza chiarire perché mai la condanna passata in giudicato dovrebbe essere ingiusta Bondi, fedele al Capo e alla linea, punta il dito contro i giudici in generale. E poi lancia i propri strali contro il Pd, tentando di alimentare il caos che regna nel partito di maggioranza.

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“In questo Paese in cui domina l’ipocrisia – osserva l’ex ministro della Cultura -, nessuno ha il coraggio di dire apertamente che il governo Letta è considerato da tutti, in primo luogo dal Pd, un governo provvisorio, un governo a cui nessuno attribuisce un valore di coesione e di solidarietà politica, paradossalmente a partire dallo stesso premier Enrico Letta. Un governo di questa natura può essere efficace nell’affrontare la crisi economica? Un governo di questa natura serve davvero all’Italia? Sono queste le domande a cui politici seri dovrebbero dare una risposta onesta”.

Immancabile la chiusa finale su Renzi. A proposito dell’aria che tira in seno al centro sinistra, Bondi prevede che il sindaco di Firenze “non riuscirà mai a condurre ad un minimo di unità un partito dilaniato da divisioni di ogni tipo. Tanto meno può riuscire nell’impresa di unire o confederare uno schieramento di sinistra, sia pure nella forma di una alleanza elettorale. Dovrebbe avere le doti politiche e umane del presidente Silvio Berlusconi. A meno che non prenda atto di questa realtà e dimostri di essere davvero un leader capace di dare vita a una storia totalmente nuova, lasciando il Pd al suo destino”.

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