Il Movimento Cinque Stelle si scaglia ancora una volta contro il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. “L’impeachment è il momento in cui il Parlamento valuta la condotta del Re: sulla base della Costituzione lo accusa, lo giudica e lo condanna politicamente” e “rappresenta il momento in cui il Parlamento, in quanto unico organo che è espressione diretta del popolo, si fa lui stesso garante della Costituzione, in cui è chiamato a leggere ed applicare la Costituzione contro il Re che l’ha usurpata. Questa è dunque l’occasione, per il Parlamento, di prendere finalmente coscienza di quanto accaduto nel corso di questi ultimi mesi. E di accusare il Capo dello Stato, di fronte al popolo, di aver violato la Costituzione in nome della quale egli ha sempre dichiarato di agire”.
Lo ha scritto Paolo Becchi in un lungo post sul blog di Beppe Grillo. A detta di Becchi, Napolitano “ha esercitato le sue prerogative al di là dei limiti previsti dalla Costituzione, ha snaturato il senso politico e morale della figura del Capo dello Stato”.
Il post di Becchi è durissimo e rimprovera al Colle più cose. Si parte dal messaggio alle Camere con la richiesta di amnistia e indulto, perché, al di là della “degradante e infamante” condizione delle carceri, “è innegabile che l’effetto politico dei provvedimenti auspicati non sarebbe che uno: salvare il Caimano”. Poi la polemica-scontro con i 5 Stelle.
“Può il Capo dello Stato – ha chiesto Becchi – entrare in lite con la prima forza politica del Paese? Quale diritto ha il Capo dello Stato, il ‘garante della Costituzione’, attaccare esplicitamente l’opposizione parlamentare per aver questa criticato gli effetti politici che deriverebbero da una legge approvata dal Parlamento?”.
Per Becchi “Napolitano si è servito del potere di esternazione come strumento di direzione politica, di intervento negli equilibri politici, di attacco contro il M5s, prima forza d’opposizione all’interno del Parlamento e unica reale minoranza parlamentare i cui diritti dovrebbe essere tutelati e garantiti proprio dal Capo dello Stato. Napolitano si è servito dei poteri previsti dalla Costituzione non per difendere la legalità costituzionale, ma a fini politici: difendere a tutti i costi le ‘larghe intese’ tra Pdl e Pd-L, assicurare la stabilità parlamentare al governo Letta, impedire lo scioglimento anticipato delle Camere e nuove elezioni”.
“Dall’attacco degli scorsi giorni contro il M5s, è ormai evidente che questo Presidente della Repubblica non rappresenti più l’unità della Nazione – ha detto Becchi – ma soltanto una parte del Paese: quella che ha voluto le ‘larghe intese’ della partitocrazia, quella che cerchera’, con tutti i mezzi a sua disposizione, di salvare ancora il Caimano”. Per questo, l’impeachment avrebbe il senso “di costringere Napolitano alle dimissioni” e sconfiggere così “le larghe intese”.
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