Non hanno capito che non è il momento di dividersi. Silvio Berlusconi, oggi ad Arcore, ha riunito i suoi più stretti collaboratori perché sempre più infastidito per le beghe interne al Pdl. Il leader azzurro avrebbe ricordato a chi ora minaccia rotture (tramite gruppi autonomi) e già pensa al dopo-Berlusconi, che senza di lui difficilmente andranno da qualche parte.
Chi vuole lasciare il partito e tradire faccia pure, ma mi chiedo dove vanno senza di me e i miei soldi, sarebbe stato il ragionamento del Cav, che continua ad essere il principale finanziatore del Pdl e della nuova Forza Italia.
Preoccupato dai toni dello scontro con i lealisti, Angelino Alfano predica l’unità. E anche per questo, raccontano, avrebbe chiesto ai fedelissimi di far sentire la vicinanza al presidente del Pdl alzando il tiro sulla legge di stabilità e sull’amnistia.
Oggi è stato il giorno delle colombe-ministro Gaetano Quagliariello (“Amnistia e indulto sono una parte della riforma della giustizia che va subito messa all’ordine del giorno”) e Beatrice Lorenzin (“se la legge di stabilità comprendesse nuovi tagli lineari alla sanità pubblica, salta il Servizio sanitario nazionale, e non saranno garantiti i livelli essenziali d’assistenza”).
Berlusconi dovrebbe tornare domani pomeriggio a Roma e potrebbe incontrare Fitto e Alfano per rabbonirli di nuovo e invitarli a siglare una “pace” per il bene della coalizione di centrodestra.
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