Il presidente della provincia di Bergamo Ettore Pirovano, militante nelle file della Lega Nord, è stato parlamentare di Camera e Senato. Oggi, da presidente di provincia è uno dei più fieri oppositori del progetto che vuole la cancellazione delle province.
Lei se l’è presa con il ministro Delrio che spinge per una rapida attuazione del progetto. Perché?Io non rimprovero solo il ministro Delrio, ma il Governo tutto; sono stato parlamentare per quindici anni sia al Senato che alla Camera e mi è capitato di ricordare ai miei colleghi parlamentari la loro profonda ignoranza sul tema dei comuni e degli enti locali nonostante poi ne decidano le sorti facendone le leggi.
Il problema è che molti di loro sono abdati in un comune magari solo per rinnovare la carta di identità e non conoscono la complessità del lavoro che deve sopportare il sindaco. Rimprovero al Governo la superficialità, non soltanto dovuta all’improvvisazione per rispettare le promesse fatte, in modo un po’ spasmodico, di cancellare dei costi, eliminando le province, rendendosi poi conto che non è poi così semplice. Perché di mezzo c’è la Costituzione della Repubblica Italiana che è un grosso scoglio, in quanto nell’articolo 114 e non solo, colloca l’ente provincia allo stesso rango delle regioni e dei comuni. Questo è un ostacolo che si sta cercando di superare in modo superficiale, tentando di usare due decreti d’urgenza firmati dal Presidente della Repubblica, tentando di bypassare la Costituzione, salvo poi essere clamorosamente smentiti dalla Corte Costituzionale.
Perché critica anche Renzi? Cosa ha detto che lei non condivide?Credo innanzitutto, se corrisponde al vero quello che ieri è stato pubblicato su di un quotidiano, che Renzi non possa dire: “io dei costituzionalisti me ne infischio”. Gli chiederei se ne infischia dei costituzionalisti o della Costituzione. Proprio lui che dice di smetterla di far vivere le persone di politica, ma che è stato il più giovane presidente di provincia e che continua a ricoprire cariche pubbliche come quella di sindaco, che gli permettono di vivere di politica. Io credo che se si fa bene il proprio lavoro si può vivere facendo qualsiasi cosa.
Che accadrà ai dipendenti delle province? Teme nuova disoccupazione?
In un incontro presso la provincia di Milano nella sede del consiglio provinciale con Maroni e Saitta ed altri presidenti di provincia del nord, Saitta ha raccontato di aver chiesto al ministro Delrio delle sorti dei dipendenti provinciali e su un eventuale assunzione in regione o provincia. La risposta di Delrio sarebbe stata: “sia le regioni dei comuni sono in esubero di personale”, lascio a voi la riflessione.
Lei ha denunciato trucchi per modificare la Costituzione. A cosa si riferisce?
Mi riferisco ai primi due decreti d’urgenza. Tutti dovevano e dovrebbero sapere che non si può modificare un articolo della costituzione adducendo a pretesto l’urgenza. Tant’è vero che gli autori sono stati bacchettati dalla Corte Costituzionale. Un sotterfugio per sfruttare la lentezza di alcuni organismi dello Stato per fare in modo che una cosa, forse, non perfettamente legittima accada comunque. Io non sono contrario a rivedere l’organizzazione sul territorio, a rimodulare le province o a diminuirle insieme ai loro sprechi; io credo che si debba rivedere l’organizzazione dello Stato sul territorio ma quello che accade oggi è sbagliato. Come se si imponesse a sessantamila persone di mettere tutto il loro lavoro per strada. Ma poi quando tutto è finito sulla strada dove andranno?
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