Cicchitto: no a un Pdl autoritario ed estremista

Il deputato del centrodestra interviene sulla crisi del suo partito: è un gravissimo errore che il Pdl-Fi faccia cadere il governo.

Cicchitto: no a un Pdl autoritario ed estremista
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8 Novembre 2013 - 12.18


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Fabrizio Cicchitto, deputato del Pdl, alza la voce sul destino del partito: no a partito gestito da un nucleo autoritario e estremista. “Hanno legittimamente contestato, visto che non le condividevano, alcune mie osservazioni a loro volta non mi hanno convinto malgrado la ricchezza delle loro argomentazioni. Torno sui due punti politici decisivi”, ha detto.

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“Continuo a ritenere un gravissimo errore che il Pdl-Fi faccia cadere il governo, a maggior ragione se lo facesse proprio come ritorsione ad una dichiarazione di decadenza di Berlusconi da parte della maggioranza del Senato. Dobbiamo contestare in tutti i modi questa decisione e anche l’indicazione della Giunta Elezioni per il voto palese, dobbiamo continuare a combattere l’uso politico della giustizia contro Berlusconi, ma faremmo un pessimo servizio allo stesso Berlusconi se mettessimo in contrapposizione la battaglia garantista e la governabilità”.

Il deputato ha poi detto che sulla legge di stabilità “dobbiamo batterci per migliorarla, ma anche questa battaglia non può essere strumentale per la caduta del governo. Purtroppo il vero nodo della politica economica non sta in Italia, ma in Europa, con il vincolo del 3% e con una politica restrittiva, adesso contraddetta dalle ultime decisioni della Bce che però non risolvono il problema”.

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E ha aggiunto: “Infatti c’è un’impostazione di fondo di tipo restrittivo che distingue l’Europa dagli Usa e dal Giappone. Orbene su questo terreno dobbiamo costruire una posizione autonoma del centro-destra italiano che deve essere fondata su un revisionismo europeistico contrapposto al populismo antieuropeo del movimento a cinque stelle e di altri e distinto e distante dalle impostazioni recessive della linea tedesca”.

Ad ogni modo, secondo Cicchitto, “dobbiamo rimanere solidamente nel Ppe e non creare le condizioni politiche e statutarie per esserne esclusi. In questo quadro l’altro grande nodo politico e’ costituito dal partito. In discussione non è la sigla, fra il Pdl e Forza Italia, ma la sostanza. Non è accettabile un partito nel quale tutti i poteri siano concentrati in una sola persona e che poi esso sia gestito e controllato da un nucleo insieme autoritario ed estremista. Bisogna coniugare insieme la guida carismatica di Berlusconi, con la democrazia interna, specie in presenza di divergenti posizioni politiche. Infine – ha concluso – non va fatto a Renzi e al Pd il favore di provocare la crisi del governo”.

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