C'eravamo tanto amati

Berlusconi e il suo erede designato Angelino Alfano. E tra di loro il falchetto Brunetta, di suo polemico contro il mondo. Si erano tanto amati. Almeno così dicevano...

C'eravamo tanto amati
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15 Novembre 2013 - 22.16


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Silvio Berlusconi è stato determinato fino all’ultimo a scongiurare una scissione, ma le posizioni di lealisti e alfaniani erano ormai inconciliabili. “Ci ho provato, ma il compromesso che avevo indicato non è stato trovato. Angelino pensa evidentemente pensa ormai a un grande centro” ha detto il Cav. Tanto che già nell’appello pomeridiano aveva detto chiaro: Forza Italia sarà la casa di tutti, chi non ci crede è libero di andare via. Il Consiglio nazionale di domani si farà, assicurano a palazzo Grazioli. La scaletta prevede solo l’intervento del Cavaliere poi si vedrà chi si iscriverà a parlare. Il leader azzurro ribadirà l’importanza di tornare a Forza Italia, sottolineando che ora avrà mani libere. Berlusconi ribadirà critiche su legge di stabilità, ma non dovrebbe annunciare strappi con il governo Letta.

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La trattativa sarebbe fallita perché i filogovernativi non avrebbero accettato le due condizioni proposte dai lealisti: creare un organismo collegiale per la guida di Forza Italia e per la scelta dei candidati; discutere sulla linea da tenere il giorno della decadenza del Cav in un apposito consiglio nazionale da tenere prima del 27 novembre.

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