Mancano davvero poche ore al momento cruciale della vita politica di Silvio Berlusconi: stasera alle 19 si voterà in Senato la decadenza da senatore dell’ex premier. Molti parlano di un voto anticipato alle ore 17, o forse anche prima. Ma il Cavaliere carica i fucili e prepara le truppe. Ieri, a ha confermato l’intenzione di voler andare all’attacco di tutto e tutti: nel mirino, oltre al Pd che a suo dire riesce ad eliminarlo politicamente solo attraverso le procure, c’è l’ex delfino Angelino Alfano e, per la prima volta così apertamente, anche Giorgio Napolitano.
Gli azzurri sul piede di guerra – Dopo aver abbandonato la maggioranza per il voto di fiducia sulla legge di Stabilità, la tregua armata è finita. Al Capo dello Stato il Cavaliere, così come tutto il gruppo di Forza Italia, chiede che ci sia una presa d’atto formale di una nuova maggioranza: noi siamo all’opposizione, il Quirinale non può fare finta di nulla e non rimandare il governo alle Camere per un voto di fiducia.
La richiesta degli azzurri però è destinata a cadere nel vuoto visto che il Colle, dopo un incontro con lo stesso presidente del Consiglio, ha fatto sapere che la verifica sarà con il voto di fiducia alla legge di stabilità. Forza Italia è pronta ad alzare le barricate. Iniziando con la piazza di oggi. Davanti alla residenza romana di Berlusconi, a pagare il conto più salato sarà Alfano. Tutti si aspettano che il Cavaliere dal palco della manifestazione organizzata davanti palazzo Grazioli punti il dito contro il ministro dell’Interno additandolo come traditore. Cosa mai detta finora.
Chi voterà – Nonostante il no annunciato dal Nuovo Centro Destra sulla decadenza, i numeri al Senato condannano comunque il leader di Fi. Conti alla mano: i parlamentari pronti a votare contro il Cavaliere sarebbero 201 o 198 (dipende se votano i 3 senatori a vita recentemente nominati da Napolitano). Claudio Abbado, il quarto, non ci sarà per ragioni di salute, come anche l’ex capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi. In ogni caso la quota 161 della maggioranza assoluta verrebbe ampiamente superata.
A quota 201 si arriva sommando ai voti dei 107 senatori del Pd (il presidente del Senato Pietro Grasso non vota altrimenti sarebbero 108), i 20 di Scelta Civica (a meno che Casini non riservi sorprese dell’ultim’ora), i 50 del M5s, i 7 di Sel, i 4 degli ex M5s ora iscritti al gruppo Misto, oltre i 10 del gruppo Autonomie (anche qui salvo sorprese dell’ultim’ora) e i tre senatori a vita (sulla cui presenza però nessuno è pronto a scommettere visto che sinora non sono mai venuti a votare).
Dovrebbe assestarsi intorno a 117, invece, la quota dei contrari alla decadenza: 62 di Forza Italia, 10 di Gal (Grandi autonomie e libertà), 16 della Lega, 20 del Nuovo centro destra.
Cosa si vota – In realtà, il voto non sarà sulla proposta della Giunta delle Immunita’ che verrà illustrata dal presidente Dario Stefano in apertura dei lavori, ma sarà sugli ordini del giorno che verranno presentati in difformità da questa relazione. Nel caso in cui nessuno trovi nulla da obiettare sulla proposta della Giunta, questa, secondo il regolamento del Senato, dovrebbe intendersi approvata.
Al momento ancora nessuno sa quanti potranno essere gli ordini del giorno in questione. Le votazioni sugli ordini del giorno dovrebbero cominciare dalle 19 in poi. È vero che su ognuno ci dovrà essere un voto, ma la discussione sarà unica: un solo intervento per gruppo e per non più di 10 minuti. A questo, si dovranno aggiungere le pregiudiziali di costituzionalità o le sospensive: anche queste, al momento, sono un’incognita. Le uniche sicure (quasi) sono quella annunciata ieri da Pier Ferdinando Casini (Udc) più altre tre preparate da Elisabetta Alberti Casellati (FI).
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