Si può cantare “Fratelli d’Italia” in due modi, ha detto Michele Santoro aprendo la trasmissione “Tutti a casa (Pound)?”. Come un inno di guerra o come ha fatto Benigni invitando a riflettere sul mondo che è nato e su quanti si siano realizzati i sogni dei Costituenti”.
“I neofascisti – ha aggiunto – si danno da fare perché la crisi ha toccato milioni di persone. I disoccupati, la piccole imprese, le partite Iva che non regggono la concorrenza dei cinesi o degli autotrasportatori stranieri. La rabbia si diffonde nella rete – ha aggiunto Santoro – perché internet sta diventando luogo di un senso comune che si oppone a quello che dicono giornali e tv. Si dice che i politici hanno svenduto la sovranità all’Europa in cambio di privilegi. Si parla contro gli stranieri. Nemmeno le immagini di Lampedusa fanno cambiare opinione. Interi pezzi della società non hanno rappresentanza. Le periferie sono ghetti dove vivono disperate le categorie disagiate. La sinistra non abita in quei ghetti e non ha il coraggio di guardare”.
Ha concluso Santoro: “Siamo fratelli d’Italia perché non ci facciamo dominare dalla paura e dal bisogno di dominare sulla paura. Dobbiamo imparare a riconoscere il valore degli altri. L’augurio è quello di non avere paura”.
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