“Non ci facciamo dettare l’agenda da nessuno l’arroganza non paga con gli italiani che hanno sempre pronto in tasca, per le urne, lo spray al peperoncino”: così Angelino Alfano ha replicato a Matteo Renzi. “Renzi – ha proseguito – è il segretario del Pd, Letta il presidente: è bene che vadano d’accordo per il bene dell’Italia altrimenti il governo va in fibrillazione: non scarichino sull’Italia le competizioni interne al Pd”.
E poi ha incalzato “Il Pd si riunisca e decida se Letta è il presidente riconosciuto, se è così si va avanti, altrimenti non ci girino intorno e non tengano l’Italia sulle spine’: patti chiari, amicizia breve, solo per un anno. Se si è d’accordo avanti per un anno. Senza di noi, questo governo non va avanti. Se il governo dovesse paralizzarsi o ci fosse l’arroganza di chi dice vanno avanti solo le proposte del Pd che cozzano con i nostri valori, noi non andiamo avanti”, ha aggiunto il leader di Ncd.
Ieri, nelle tre ore di dibattito con i senatori del Pd, Matteo Renzi aveva suonato la carica: nessuno vuole fare le scarpe a Enrico Letta, ma il governo deve “fare-fare-fare”, e anche in fretta – ha ripetuto senza sosta il leader Pd – perché il tempo è quasi scaduto”.
Il confronto, riferisce chi era presente, è stato sereno e si è concluso con un applauso dopo la replica di Renzi. Alcuni senatori della minoranza, però, nei loro interventi hanno sviluppato osservazioni critiche nel merito della riforma del bicameralismo. Ampia condivisione sull’idea che il Senato debba cambiare, ma sono emerse alcune perplessità su modi e tempi.
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