Silvio da Renzi: due ore di incontro dopo le uova

Il fatidico incontro cominciato alle 16. Assedio dei militanti alla sede del Pd, lancio di uova sulla macchina di Berlusconi.

Silvio da Renzi: due ore di incontro dopo le uova
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18 Gennaio 2014 - 16.03


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Ore 18. E’ terminato dopo oltre due ore al Nazareno l’incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi sulla legge elettorale. I due leader hanno cercato un’intesa sul nuovo sistema di voto in grado di sostituire il Porcellum. E mentre dentro si discute fuori la zona è blindata. Silvio Berlusconi ha lasciato il Nazareno da un ingresso laterale lo stesso dal quale era arrivato.

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Ore 16. Silvio Berlusconi è appena giunto nella sede del Pd per incontrare Matto Renzi. Al centro del colloquio la possibilità di chiudere una intesa sulla legge elettorale. Berlusconi è entrato in macchina nella sede del Pd. Il cavaliere è stato accolto da diversi manifestanti che hanno iniziato a gridare ‘vergogna, vergogna’ e poi ‘non si tratta con i criminali’. Al passaggio della macchina dell’ex premier sono state lanciate anche delle uova e alcune di queste sono finite sulla parte posteriore della macchina in cui era Berlusconi.

L’ARRIVO DI BERLUSCONI

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L’attesa. Alle ore 16 è i programma l’incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, che si terrà nella sede del Pd di largo Nazareno, proprio sotto i quadro che ritrae Che Guevara e Fidel Castro che giocano a golf. In barba a tutte le polemiche – sul risvolto simbolico ma anche e soprattutto politico di un incontro per trattare con il nemico numero uno a sinistra – Matteo Renzi annuncia con un colpo di teatro l’incontro con Silvio Berlusconi. E a chi ha provato a dissuaderlo e a temere l’intesa con il Cav replica con il motto ‘male non fare paura non avere’: bisogna “trattare con Forza Italia per non andare al governo con Forza Italia”.

Alfano attacca e dice che l’accordo con Berlusconi porta alla caduta del governo e insiste sul sindaco d’Italia? “Secondo me se c’è un accordo vero tra Pd e Forza Italia anche Alfano ci sta”.

“E’ arrivato il momento di cambiare – ribadisce Renzi – e io sto mettendo la faccia su una cosa che non sono riusciti a fare quelli di prima”. Dunque si gioca il tutto per tutto e visto che l’obiettivo è un sistema in cui si fermi “il ricatto dei partitini” (“Non faccia il bullo”, è la replica che gli arriva da Sc) e chi vince debba rispondere solo ai cittadini, “ecco perchè è importante che Forza Italia decida”.

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Insomma, si tratta con il Cavaliere sperando, dice il sindaco che possa aprire anche alla proposta sul Senato. E noncurante delle fibrillazioni dentro al governo che la sua trattativa con il Cav sta provocando. Ribadisce fedeltà a Letta lanciando addirittura un provocatorio hashtag #lettastaisereno, ma torna a dire che sulle riforme l’esecutivo va con il freno a mano.

Il problema non è che Renzi incontri o meno Forza Italia perché “ogni forza politica ha l’assoluto diritto-dovere di confrontarsi con chi vuole”. Quello che “non sarebbe comprensibile – dice Maurizio Lupi in una intervista al Messaggero – è che se ci fosse un accordo tra Pd e Forza Italia sulla legge elettorale senza che parte della maggioranza venga coinvolta”. Se, al contrario, c’è un accordo all’interno della maggioranza” allora “coinvolgere anche le forze di opposizione mi parrebbe una cosa importante”. Ma, aggiunge il ministro delle Infrastrutture, “vedo una convergenza di Renzi con Forza Italia sul sistema spagnolo. Io penso invece che il dovere e anche la responsabilità del Pd dovrebbe essere in primo luogo quello di trovare una sintesi nella sua stessa maggioranza”. E se è vero che il sistema che metterebbe d’accordo la maggioranza sarebbe quello dei sindaci, “se però vogliamo confrontarci siamo più che disponibili a condizione che non ci si chieda di accettare una legge elettorale che spinge al bipartitismo, eliminando tutte le sensibilità diverse”. Nell’incontro avuto con Renzi “gli ho detto che il nuovo segretario del Pd deve sempre di più, insieme a noi e agli altri alleati, sostenere non più astrattamente questo governo bensì coinvolgersi nel governo, portando una spinta di novità” e anche che “noi abbiamo più interesse di lui a fare le riforme, a che il governo cambi passo e concluda il suo lavoro di portare il Paese fuori dalla crisi economica”.

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