Bagarre in Aula contro il decreto Imu-Bankitalia

Laura Boldrini ha messo immediatamente al voto il testo, che ha ottenuto il via libera dell'Assemblea. Disordini dei deputati Cinque stelle che volevano l'ostruzionismo.

Bagarre in Aula contro il decreto Imu-Bankitalia
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29 Gennaio 2014 - 20.06


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Il presidente della Camera, Laura Boldrini, ha deciso di ricorrere alla cosiddetta “ghigliottina” e ponendo direttamente in votazione il decreto legge Imu-Bankitalia. La decisione è stata presa a fronte del persistere dell’ostruzionismo del Movimento 5 Stelle. L’Aula della Camera ha quindi votato il dl Imu-Bankitalia: i sì sono stati 236, i no 209. Scongiurato il ritorno della famigerata Imu.

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La presidente Boldrini ha spiegato che “non essendo stato accolto il suo invito a ritirare le iscrizioni a parlare (erano 164) non è possibile arrivare alla conversione del decreto. Per questo mi vedo costretta a procedere direttamente alla votazione. Tutte le fasi del procedimento si sono svolte, e tutti i gruppi hanno potuto esprimersi”. A quel punto ha aperto la votazione, e si è scatenato il putiferio.

Cosa prevede il decreto – Il testo sarebbe dovuto diventare legge entro mercoledì, o gli italiani avrebbero pagato la seconda rata dell’Imu. Un conto da circa 2,2 miliardi di euro: scadeva infatti il decreto con cui il governo ha cancellato la seconda rata della tassa sulla casa. Senza conversione in legge, la cancellazione sarebbe scaduta come il resto delle norme contenute nel decreto. Nel testo ci sono anche le norme sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia, quella che i grillini giudicano come un regalo alle banche fatto dall’esecutivo: ecco il motivo dell’ostruzionismo da parte del partito di Grillo.

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Il decreto in questione, o almeno la parte relativa a Bankitalia, è quella su cui i grillini hanno innescato una feroce polemica con il Capo dello Stato definito ieri “boia” dal deputato M5s Giorgio Sorial. Secondo i Cinque stelle il Presidente della Repubblica starebbe sempre più avallando i giochi di potere della maggioranza, ignorando la voce del Paese.

Bagarre a Montecitorio – Scoppia la bagarre nell’Aula della Camera durante il voto finale. A votazione aperta i deputati grillini si sono gettati sul banco del governo occupandoli e hanno cominciato a fischiare con fischietti. Alcuni erano imbavagliati. È scoppiata quasi una rissa. I deputati Fdi hanno buttato monete di cioccolata. Alcuni hanno esposto anche striscioni con la scritta “no alla tagliola”.

I Cinque Stelle hanno iniziato a urlare, ma Boldrini non ha fatto caso. A quel punto, i deputati M5s sono corsi verso i banchi del governo, i commessi hanno provato a fermarli ma senza riuscirci. È arrivato anche Fabio Rampelli di Fdi, sventolando una bandiera tricolore che i commessi in non sono mai riusciti a togliergli dalle mani. Dal Pd è stato urlato “Fascisti, Fascisti”.

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Due deputate Pd in commissione Giustizia, Micaela Campana e Alessandra Moretti, hanno detto che “il deputato M5s Massimo Felice De Rosa” le ha aggredite, “rivolgendoci insulti a sfondo sessuale dicendoci, per usare un linguaggio più accettabile ‘siete solo capaci di fare sesso orale'”. Le deputate hanno preannunciato querela.

Alcuni commessi di Montecitorio hanno dovuto ricorrere alle cure dell’infermeria. Uno ha un braccio dolorante, un altro ha raggiunto i medici dicendo di aver ricevuto un colpo al volto. “Una violenza così non l’ho vista in 30 anni”, racconta uno dei più anziani assistenti parlamentari, da sempre in aula. Chi era alla Camera ha raccontato che, in effetti, dalla tribuna si è assistito ad una scena decisamente caotica.


Sel canta “Bella ciao”, M5s l’inno di Mameli
– I deputati di Sel dopo il voto finale hanno cantato a squarciagola “Bella Ciao”. I Cinque Stelle hanno “risposto” cantando l’Inno di Mameli.

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