La Procura di Torino ha chiesto la condanna a 9 mesi di reclusione e al pagamento di 200 euro di multa nei confronti di Beppe Grillo, nell’ambito del processo ai No Tav per la violazione dei sigilli alla baita Clarea, in Valsusa, un presidio che era stato messo sotto sequestro per abuso edilizio. La pena è stata chiesta dai pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo al processo che vede imputati una ventina di militanti No Tav.
La vicenda della baita – I fatti risalgono al 5 dicembre di quattro anni fa quando, durante una manifestazione dei No Tav, Beppe Grillo salì in Val di Susa. Si fermò davanti alla baita, allora ancora in costruzione, per improvvisare un comizio e farsi poi accompagnare all’interno. Il comandante dei carabinieri della compagnia di Susa in precedenza lo aveva avvertito: se avesse varcato la soglia di quella casetta, avrebbe commesso un reato. Grillo entrò e uscì pochi minuti dopo per mimare, davanti alle telecamere, i polsi ammanettati.
Il processo vede imputate 21 persone di violazione di sigilli. Sono state chieste quattro assoluzioni e, per il resto, condanne fra i 18 e i 6 mesi di reclusione. Oggi la baita è stata inglobata nel cantiere della Tav di Chiomonte.
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