“La priorità per gli italiani è risolvere il problema lavoro. Noi vogliamo essere il partito più riformista, in un momento come questo in cui la disoccupazione è a livelli altissimi e chi esce dal mercato del lavoro non riesce a rientrare. Dobbiamo creare quelle misure che facciano ricrescere l’occupazione. Le altre priorità sono la sicurezza e le riforme che ci hanno caratterizzato fin dall’inizio del nostro cammino”. Lo dice al Tempo il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, tra i fondatori del Ncd. Sul patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi, Lorenzin osserva: “Credo che per Forza Italia l’ennesimo voltafaccia sarebbe molto poco lungimirante. Prima volevano far cadere il governo, poi fare le riforme, se adesso tornassero indietro un’altra volta dimostrerebbero ancora una grande incoerenza”.
“Forza Italia – aggiunge – ha rinunciato a costruire un progetto per il futuro ed è rimasta ancorata al passato. Per questo, una classe dirigente, da Alfano alla Meloni, è stata costretta ad andar via. È fallito un progetto politico ma nessuno rinnega il passato”. Nessun timore dell’abbraccio “mortale” di Renzi: “Noi – spiega Lorenzin – siamo appena nati e non possiamo avere abbracci mortali, quelli funzionano tra i grandi. Stiamo facendo la nostra strada e siamo convinti di riuscire a intercettare molti voti in uscita”.
Anche Bonaiuti sarebbe pronto a passare con il ‘nemico’ e cioè il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, ex delfino del Cavaliere.
“Vogliamo creare un partito che non commetta più gli errori del passato. Penso soprattutto alla mancanza di democrazia interna. Noi faremo eleggere gli organismi dalla base”. Lo afferma alla Stampa, Renato Schifani, sul Nuovo centrodestra. Su Berlusconi che va verso i servizi sociali, Schifani osserva: “In politica l’addio non esiste. Noi adesso andiamo avanti con un progetto che trova nel territorio molti consensi che ancora non vengono rilevati dai sondaggi. Il nostro è un arrivederci a un futuro incontro su posizioni paritarie e non di subalternità”. “Non credo – aggiunge – che la parabola politica di Berlusconi sia finita. Quella istituzionale sì, non potendosi più candidare a premier. Ma la figura di Berlusconi non è facilmente cancellabile. Possono però emergere altri leader come Alfano. Che non a caso era il suo delfino”.