Una batosta del genere nelle stanze del potere di Londra non l’avevano mai vista. Il governo britannico perde il venti per cento dei voti, dimezzandoli. I Conservatori passano dal 36 al 24 per cento, i liberali dal 23 al 7. Il primo ministro David Cameron rischia il posto.
Dal canto suo, la sinistra non ha molto da festeggiare. I laburisti passano dal 29 al 23 per cento (meno sei). Perdita compensata dai Verdi, che conquistano l’8 per cento (erano poco sopra l’uno).
Il vero vincitore è il Partito per l’indipendenza del Regno Unito (Ukip), antieuropeista, ma soprattutto razzista. Il suo leader Nigel Farage ha rilasciato dichiarazioni di questo genere: «Tutte le moschee andrebbero demolite»; «I Paesi che ricevono aiuti da Londra sono terre del bongo bongo»; «Noi diciamo quello che tutti pensano, che c’è troppa immigrazione».
Il partito fascista British National Party resta, invece, stabile poco sopra all’uno per cento.
Manifesto elettorale dell’Ukip contro l’immigrazione.