«Quando si governa ci vuole umiltà, ma mi pare che Renzi l’abbia capito». Queste le parole dell’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani, che rifiuta l’idea di un Partito democratico come una ‘nuova Dc’: «la sinistra, intesa come sentimento di eguaglianza e di dignità, è incomprimibile. Il Pd deve esserne il contenitore», ha spiegato.
«Renzi è stato bravissimo. Ha trovato un’empatia con un Paese impaziente, dimostrandosi impaziente lui stesso. E ha mandato un messaggio di cambiamento senza avventura», sottolinea Bersani, che si dice d’accordo con la necessità di insistere perchè l’Europa cambi strada, dopo le politiche di rigore e austerità: «non chiediamo sconti o allentamenti; chiediamo una discussione sulle politiche europee che finora hanno prodotto più disoccupazione, più debito, più populismi. La Bce sta lavorando contro la deflazione. Sta a noi trovare un meccanismo per smaltire una parte del debito a costi più bassi. E per investire, anche con gli eurobond, in modo da creare lavoro».
Infine, i rapporti con i sindacati: «Renzi deve capire che l’ha votato una parte di quelli che ce l’hanno con la Cgil, ma l’ha votato pure la Cgil. Superare i ritualismi della concertazione è sacrosanto, ma l’Italia non può essere un’orchestra felliniana: bisogna parlarsi», ha concluso Bersani, con una frecciata a Fabrizio Rondolino, che aveva parlato di primarie truccate: «provi lui a truccarli tre milioni di voti; poi ne parliamo. Io al massimo ho truccato lo statuto per far correre alle primarie anche Renzi».
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