Renato Brunetta paragona la situazione economica italiana ad una persona a rischio influenza: L’economia sta male, ha una temperatura sotto il livello di guardia. Un’inflazione al 2% equivale a quelli che, in una persona, sarebbero 37 gradi. Se andassimo sopra a quella percentuale, avremmo la febbre. Noi siamo al di sotto. Ciò significa che il metabolismo non funziona, ed è molto preoccupante».
Il capogruppo di Forza Italia alla Camera ha parlato attraverso le pagine de Il Tempo: «Da due trimestri -aggiunge l’ex ministro- abbiamo segno negativo. Stiamo regredendo dal punto di vista della produzione, del reddito. I consumi sono a picco e la disoccupazione in aumento. Insomma, tutti i fondamentali sono disastrosi. Certo, non è tutta colpa di Renzi, ma la sua politica economica non è riuscita ad invertire la tendenza, anzi l’ha peggiorata. Lo spread con tutto questo non c’entra nulla. È un indicatore del mercato dei titoli pubblici, riguarda il differenziale tra quelli italiani e, nel caso specifico, quelli tedeschi».
«Se prendiamo in riferimento quello che è accaduto nell’estate-autunno del 2011, quando schizzò a oltre 560 punti, le situazioni macroeconomiche erano nettamente migliori di adesso. Avevamo dieci punti in meno del rapporto debito-pil, un milione di disoccupati in meno, il pil con il segno ‘più’, la finanza pubblica era sotto controllo. Peraltro, c’era un governo eletto dai cittadini. Lo spread si impennò per ragioni puramente speculative. Nulla a che vedere con i fondamentali dell’economia italiana e tantomeno con la politica economica del governo di allora, valutata positivamente dal Consiglio europeo del giugno 2011. Oggi, al contrario, stiamo attraversando il momento peggiore della nostra economia, ma lo spread è ai minimi storici, come volevasi dimostrare», conclude Brunetta.
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