Matteo Renzi contro tutti. Il premier risponde sui vari fronti, partendo da Berlusconi e l’elezione del presidente della Repubblica, per arrivare alla polemica con la Camusso, la minaccia di Salvini e la ‘caduta’ di Beppe Grillo. Il premier ironizza sulle pagine di Repubblica sul leader del Movimento 5 Stelle, il cui ruolo di antagonista di Renzi è stato preso dal leghista Salvini: «Grillo? E’ stato rottamato dal Partito Democratico».
Berlusconi e il Colle. Prima l’elezione del Capo dello Stato e poi le riforme, come dice Berlusconi? «Non esiste. L’Italicum è in aula a dicembre. Lui si è impegnato con noi a dire sì al pacchetto con la riforma costituzionale entro gennaio. Io resto a quel patto». Il premier non vuole sentire parlare di nomi per il successore di Napolitano, quando il presidente è ancora in sella: Amato? «I nomi si fanno per sostenerli o per bruciarli. È sempre la stessa storia dal 1955. La corsa è più complicata del palio di Siena. E i cavalli non sono nemmeno entrati nel canapo». Quindi il messaggio sul metodo: «È bene che il presidente della Repubblica si elegga con la maggioranza più ampia possibile. E dico ‘possibile’».
Renzi su Grillo: è stato rottamato dal Pd. Renzi affronta anche la discussione interna al Pd, e annuncia che «quando poi ci sarà il premio alla lista, servirà una gestione diversa dei processi decisionali»: la discussione su «disciplina» e «libertà di coscienza» è la «nuova sfida». E «chi minaccia la scissione un giorno sì e un giorno pure, deve chiarirsi solo le idee». E pensare che «una parte di sinistra radicale ci sarà sempre. Ma quando si va a votare, proprio il popolo della sinistra» ci penserà «due volte a votare per la sinistra radicale rischiando di consegnare il paese a Matteo Salvini».
Camusso. Infine Renzi torna sulla polemica con il segretario Cgil, Susanna Camusso: «Ha la necessità di tenere alta la tensione e i toni in vista dello sciopero generale». Quindi aggiunge che «se il sindacato ha voglia di cambiare e dare una mano, ci siamo. Ma se pensano di bloccarci, si sbagliano di grosso. Il tema vero oggi è creare lavoro, non farci i convegni». Questo significa essere «una sinistra moderna».
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