Meloni & camerati si scoprono paladini della satira

Le loro campagne contro la satira ce le ricordiamo bene. Ma adesso sono Charlie solo in odio all'islam. Che faccia da...

Meloni & camerati si scoprono paladini della satira
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10 Gennaio 2015 - 16.42


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di Lorenza Valentini

Dopo attenta analisi, ho deciso che il mio personalissimo premio “La Faccia Come il Culo” di questo gennaio 2015 non può non essere assegnato a Giorgia Meloni, per la sua strenua e appassionata difesa del diritto di satira.

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Per essere onesta fino in fondo, devo necessariamente ammettere che per l’assegazione del LFCC hanno pesato molto la sua memoria selettiva e i miei rapporti personali con alcune persone.
Ma sono certa che questo non potrà gettare ombre sulla sua vittoria a mani basse.

Tutto, ovviamente, nasce dalle parole di Meloni a seguito dell’orrendo attentato a Charlie Hebdo.

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Prontissima a prendere le parti di un giornale satirico senza dimenticare le radici dell’Europa.

Ho appena notato la rima. Non male.

Il suo partito ha addirittura fatto una vignetta esplicativa, con tanto di matita spezzata, per solidarizzare col popolo francese, ma senza dimenticare che l’Islam è brutto e cattivo e noi “siamo in guerra”.

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Tocca difendere l’Europa cristiana.

Il resto, sticazzi.

Perché da come la mettono pare che qui siamo tutte e tutti cristianissimi, mentre è un fatto che siamo molto altro. Ma vabbè, questa è un’altra storia.

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Comunque, fino a qui effettivamente non c’è niente che possa giustificare l’assegnazione del LFCC, mi rendo conto.

E a questo punto il mio essere, come dice una mia [url”amica”]http://www.lesignorinedival.com[/url] , kinda cartoonist-groupie, mi ha portata indietro di qualche anno.

[Suono di arpa in sottofondo, come nei telefilm anni ’80 per sottolineare il flashback]

2008

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Cercando non mi ricordo cosa, trovo un blog: [url”giorgiamecojoni”]http://giorgiamecojoni.blogspot.it[/url] , di [url”Alessio Spataro”]http://www.alessiospataro.blogspot.it//[/url] .
Me ne innamoro.

La Ministronza diventa una specie di mantra.

Come per anni non ho nominato Alemanno se non come “IlSindacodegliAltri”, così ancora oggi quando nomino Meloni, spesso non riesco a non chiamarla La Ministronza.

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Era il periodo in cui lei era ministra (del fronte) della Gioventù, in cui ci si affannava a dire quanto fosse brava, pulita e onesta nonostante il suo passato da giovane fascista e questo tizio a me allora sconosciuto, osava raffigurare la figlia della lupa come una fascistella qualsiasi, nelle fogne, in mezzo ai ratti.

Oltraggioso.

[Di nuovo l’arpa a sottolineare la fine del flashback]

Insomma, mentre me ne stavo su twitter a seguire #CharlieHebdo e #JeSuisCharlie, mi sono saltati agli occhi decine di nomi noti che si ergevano a difensori del diritto di satira e di espressione.

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Nomi come Carfagna, Prestigiacomo, Lupi, Gasparri, La Russa, Meloni…

Gente che è addirittura scesa in piazza Farnese (impedendo a mio padre, che Charlie Hebdo lo conosceva prima dell’attentato, di restarci, perché con certa gente non si può manifestare).

E a quel punto è arrivato in mio soccorso Google: ministronza spataro.

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E sono usciti quegli stessi nomi.

Un’altra ministra, Stefania Prestigiacomo, parla di opera «indecente e volgarissima». Per Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, «il libello composto da vignette volgari e offensive contro il ministro qualifica chi l’ha fatto. A Giorgia Meloni, che con intelligenza e grande passione svolge il suo impegno politico, va la mia piena solidarietà». E il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi: «Quella di Spataro non è satira, è solo spazzatura. Esprimo tutta la mia solidarietà al ministro Meloni, oggetto di un attacco volgare che offende lei e le donne e che ferisce la dignità della persona»

Ricordo bene che il PD si schierò dalla parte della [url”ministronza”]http://www.corriere.it/politica/09_novembre_11/meloni-libro-fumetti-spataro-solidarieta_5d42ab56-ceeb-11de-9c90-00144f02aabc.shtml[/url] contro il diritto di satira di Spataro.
Lo stesso PD che s’è messo le matite nel taschino in solidarietà con CH.

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La Russa fu chiarissimo nella sua condanna:

“Spatolaro, o qualcosa del genere, che non ho mai avuto il piacere di conoscere, dà il meglio di se, immagino, tra cacche, mosche e parolacce. Più che un fumetto mi è sembrato uno specchio” [QUI]
Si tirò pure in ballo il maschilismo, tanto per non farci mancare niente. [url”QUI”]http://www.polisblog.it/post/6108/ministronza-il-fumetto-che-fa-arrabbiare-giorgia-meloni[/url]

Insomma, un attacco totaleglobale al diritto di satira da parte di chi oggi quel diritto lo difende senzaseesenzama.

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Che poi non è difficile capire cosa questa gente voglia davvero dire con la matita spezzata e le candele in piazza.

I fascisti razzisti islamofobici locali se ne fregano della satira.

Un giornale come CH in Italia sarebbe stato dichiarato osceno, sconcio, offensivo e oltraggioso dopo un paio di vignette come queste.

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Si sarebbero fatte interrogazioni parlamentari, trasmissioni sull’inopportunità di toccare certi argomenti, gli autori sarebbero stati confinati come un Luttazzi qualsiasi.

Ve li immaginate Gasparri e La Russa con la bava alla bocca davanti a questa Trinità? O al Conclave che si incula in circolo? O al Papa innamorato?

E le varie Meloni, Prestigiacomo, Carfagna, Bindi, che accusarono Spataro di essere maschilista , misogino, sessista e volgare, cosa avrebbero detto davanti a questa Marine Le Pen?

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Quello che preme a questa gente non è la libertà di Charlie Hebdo o di chiunque altro di fare satira. Quello che preme davvero a questa gente è la guerra all’Islam.

Che poi si tradurrà (si traduce gi da anni, a dire il vero), in espulsioni, detenzioni, respingimenti, violenze, limitazioni della libertà.

Il motivo reale per cui tante e tanti stanno stracciandosi le vesti e piangendo per CH non è altro che l’odio per l’Islam.

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Lo si ammettesse, almeno.

Ci si farebbe una figura migliore.

Se non altro si potrebbe dire di essere onesti/e.

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Nascondersi dietro alla difesa della libertà di espressione è l’ipocrisia più grande.

Fingersi libertari dopo aver censurato e fatto censurare ogni voce minimamente dissidente è vomitevole.

Per questo il mio premio LFCC viene assegnato a Giorgia Meloni, perché le sue pressioni per bloccare La Ministronza fanno a pugni con le sue stronzate sulla libertà di questi giorni.

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E perché dimostra di non avere il coraggio di dire davvero quello che le preme.

Lei e l’allegra combriccola tutta.

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