Soro dopo il caso D'Alema: intervenire sulle intercettazioni

Il Garante nega che la lettera che ha scritto al premier per sollecitare un intervento sulle intercettazioni sia legata al caso dell'ex premier.

Soro dopo il caso D'Alema: intervenire sulle intercettazioni
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7 Aprile 2015 - 11.35


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«La trascrizione integrale di un’intercettazione produce effetti deformati che alterano la rappresentazione dei fatti. Se riguardano aspetti penalmente irrilevanti, producono solo un danno irreparabile alla vita delle persone. È successo per uomini politici e gente comune».

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A dirlo è il garante della Privacy Antonello Soro che, intervistato da Repubblica, afferma: «La questione, da anni, è fortemente divisiva, ma sono convinto che un equilibrio di interessi costituzionali sia necessario e sia anche possibile».

Soro nega che la lettera che ha scritto al premier per sollecitare un intervento sulle intercettazioni sia legata ai casi dell’ex ministro Maurizio Lupi e di Massimo D’Alema: «Assolutamente no. La lettera a Renzi non parte da loro, ma dal fatto che in commissione Giustizia della Camera c’è la delega sulle intercettazioni».

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Il garante sottolinea che non si tratta di difendere solo i politici, ma anche la gente comune: «Ho sollevato la questione dal primo giorno in cui ho assunto il mio incarico, ne ho parlato nelle due relazioni al Parlamento, in numerose audizioni parlamentari, nei provvedimenti di blocco e di divieto per alcuni giornali. Cito per tutti i casi della prostituzione giovanile a Roma e di Yara». «La dignità personale – ribadisce Soro – va difesa sempre, non solo quella di chi finisce di sfuggita in un’intercettazione e non è indagato, ma anche quella degli indagati e dei condannati. Il rispetto della dignità personale è l’architrave su cui si regge il nostro sistema costituzionale, perdere di vista questo ci porta alla barbarie».

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